giovedì 27 gennaio 2022

Filo-post Per chi vuole iniziare

Io non nasco orticoltore ma ho fatto studi in campo artistico in pittura e scultura, ho collaborato con personaggi importanti, in atelier di professionisti e studiato tecnica violinistica per anni, ma ho anche sempre avuto un interesse particolare per la filosofia soprattutto per personaggi come Rudolf Steiner che da circa venta' anni studio e approfondisco, ho partecipato a tutte  le conferenze a Roma di Pietro Archiati su il testo fondamentale di Rudolf Steiner Die Philosophie der Freiheit, ormai molti anni fa incominciai a coltivare con il metodo biodinamico e da allora è divenuta una pratica abituale una sana abitudine che mi permette di stabilire un dialogo con gli esseri elementari e le forze formatrici . Ultimamente ho scoperto Masanobu Fukuoka e ne sono rimasto colpito applicando anche le sue idee alla mia esperienza di coltivatore ecco, vorrei far sapere a tutti che è l'esperienza terrena lo scopo fondamentale dell'essere incarnato e io sto facendo questo percorso, ma ognuno è libero di decidere quale strada percorrere.




Molti mi chiedono informazioni su il modo di coltivare in maniera sinergica o biodinamica, anzi molti mi chiedono la differenza ma è una esperienza personale che non posso trasmettere. Premetto che questo tipo di coltivazioni hanno origini diverse ma possono "convivere" insieme e che comunque nascono da grandi pensatori che hanno "gettato il seme".
La mia esperienza nasce molti anni fa studiando l'Antroposofia di Rudolf Steiner che continua ancora oggi e poi, dopo molte prove sul campo fino ad arrivare all'Agricoltura naturale di Masanobu Fukuoka e passando per altri che hanno aggiunto con le loro esperienze contenuti importanti.
L'unica cosa che posso fare è dare alcune indicazioni il resto è tanto lavoro.

Per chi volesse iniziare a lavorare ho stilato un elenco bibliografico di riferimento con alcune postille.


Ad ognuno la propria risposta.

Per quanto riguarda l'Agricoltura naturale o sinergica:

Masanobu Fukuoka
-La Rivoluzione del filo di paglia
-Lezioni Italiane

Emilia Hazelip
-Agricoltura sinergica

Di questi autori si trovano anche video che sintetizzano il loro lavoro e chi lo ha ampliato.



Per quanto riguarda l' Agricoltura Biodinamica:

Rudolf Steiner
-Impulsi all'agricoltura biodinamica
-La filosofia della libertà ( base dell'Antroposofia)


Maria Thun
-Calendario delle semine
-Indicazioni dallo studio delle costellazioni
-Guida all'allestimento dei preparati biodinamici

 Questi sono i pensatori di un modo di fare agricoltura diverso e sostenibile per me fondamentali, ma per chi volesse approfondire non esiterei ad indicare le cristallizzazioni sensibili  o la Hugelkultur per esempio ma ad ognuno la propria strada.                                                                                           



                                                                                                       Ilgiardinodizerdesht.








giovedì 26 marzo 2020

Come realizzare un orto verticale

Avendo problemi di spazio o per avere tutto alla portata di mano, magari vicino casa, c'è questa soluzione semplice efficace e anche bella. Io ho scelto questa forma ma potete sbizzarrirvi come volete il concetto è semplice; una rete a maglie larghe tessuto non tessuto verde, terreno sciolto e terriccio, poche cose e ho ottenuto un orto verticale che sviluppa quasi 7 mq di orto tradizionale quanto basta per avere sempre qualcosa da raccogliere, inoltre si può adattare la forma ad ogni esigenza , ecco allora L'Orto Verticale

"Vorrei dire due cose su cos'è l'impoverimento culturale di oggi creato a tavolino da quella corrente Liberista contemporanea che ci vuole consumatori di prodotti e che ci rende poveri ignoranti e arricchisce il 3% della popolazione; acquistare due rametti di rosmarino al supermercato a 2,50 euro di cui forse 30 centesimi vanno al produttore e il resto a certi personaggi e  comprando anche un imballaggio fatto di plastica che devo poi smaltire e che ha un costo che pago ,mi sembra d'avvero troppo quando con un piantina ho rosmarino gratis tutto l' anno figuriamoci se ho un orto verticale davanti casa o un gruppo di vasi sul balcone o addirittura un orto in casa! fattibilissimo."

Orbene andiamo oltre perché siamo più arditi dei Liberisti costruiamoci un orto che va in verticale direbbe un Toscano.


Occorrente:
una rete metallica a maglie larghe
tessuto non tessuto 
terra sciolta 
terriccio
tronchi in decomposizione 
un tubo del diametro di 12 cm per l'irrigazione 

1) Si procede creando due cilindri, primo cilindro: con la rete metallica si fa un cilindro del diametro di mt. 1 per 0,40 di altezza e si fodera internamente di tessuto non tessuto. 

2) si procede alla costruzione del secondo cilindro sempre con la rete metallica che si porrà all'interno di quello più grande avente queste dimensioni  diametro 0,60 per altezza mt. 1,40 e si riveste all'interno con tessuto non tessuto

3) all'interno del primo cilindro al centro andrò a sistemare materiale organico io ho usato ceppi di legna in decomposizione che fungerà da riserva di compost durante la decomposizione

4) si posiziona il cilindro più alto all'interno e al centro di quello più piccolo.

5) all'interno di quello più alto centrale ho posizionato un tubo con dei microfori su tutta la lunghezza e lasciato fuori dal cilindro per 30 cm funzionerà come irrigatore centrale riempendolo di acqua

6) a questo punto riempire i cilindri con terreno sciolto e terriccio ed anche materiale organico da compost.

7) facendo un buco in ogni rettangolo della rete inserirò le piantine mentre nella parte orizzontale potrò anche seminare.

Il risultato sarà un grande vaso cilindrico ricoperto di vegetazione sia di ortaggi che fiori e mal mano che andrò a raccogliere rimpiazzerò lo spazio con altre piante avendo così sempre la superficie occupata. Inoltre in Inverno con una semplice copertura si può creare una mini serra. Quello che si può coltivare è davvero tanto. 

Buon Lavoro.

giovedì 7 novembre 2019

Filo-post i colori espressione dell'eterico

Osservate i colori, essi comunicano il vivente in tutte le sue espressioni non solo umane, non cè cosa piu' sovrannaturale dei colori, non occorre cercare in complicati esercizi della mente, tutto ciò che occorre è a nostra disposizione.

Fra i più belli si trovano “Rosso Sangue Arterioso” o “Nero Velluto”, mentre il Blu di Prussia è una “macchia di bellezza sull’ala di un'Anatra selvatica"

https://www.vanillamagazine.it/nomenclatura-dei-colori-il-libro-ottocentesco-che-indica-dove-trovare-i-colori-in-natura/






domenica 27 ottobre 2019

I pomodori a novembre è possibile!



Oggi ho scoperto alcune piantine di pomodoro nel Giardino di Zerdesht nate spontaneamente in un vaso è la prima volta che mi succede a fine ottobre, ma le temperature miti hanno contribuito alle piantine di crescere anche se non sopravviveranno all'esterno. Ricordo che il pomodoro nel suo ambiente naturale è una pianta perenne che vive e cresce tutto l'hanno ma non alle nostre latitudini come anche altre solanacee.






Dal punto di vista botanico il pomodoro, Solanum lycopersicum, appartiene all'ordine delle solanacee come patata, melanzana e peperone. Nel suo ambiente d'origine è una pianta erbacea perenne a portamento arbustivo e crescita indeterminata, capace di sviluppare fusti che possono raggiungere la lunghezza di diversi metri. I fiori a grappolo vengono emessi all'ascella delle foglie, sono ermafroditi (organi maschili e femminili sullo stesso fiore) e garantiscono una elevata dose di autoimpollinazione.





pomodoro



Il pomodoro è giunto in Europa dopo la scoperta dell'America, importato dalle truppe spagnole di Cortez nel 1544. Inizialmente fu trattato come curiosità botanica. Le sue qualità ornamentali fecero sì che in un primo momento fosse d'uso tra i nobili regalare alle dame piante di pomodoro come pegno d'apprezzamento e d'amore. Nel 1600 al pomodoro venivano attribuiti misteriosi poteri afrodisiaci e veniva impiegato in pozioni e filtri magici. Da ciò si comprende come, in quell'epoca in Europa furono dati al pomodoro nomi che si riferivano all'amore : love apple in Inghilterra, Libesapfel in Germania, pomme d'amour in Francia, e pomo- d'oro in Italia.
Successivamente, tranne che in italiano, nelle altre lingue il nome fece riferimento al termine tomatl usato dagli indigeni (Francese: tomate; Inglese: tomato; Spagnolo: tomate; Tedesco: Tomate). Per trovare traccia dell'uso del pomodoro in cucina, bisogna attendere la fine del 1700. Da allora, però, il suo uso culinario si diffuse con grande rapidità. In Italia il pomodoro ebbe una grande espansione in Campania dove già nel 1762 Lazzaro Spallanzani catalogò le tecniche di conservazione.

giovedì 24 ottobre 2019

Che cosa sono i frutti climaterici e sofisticazioni




Etilene e maturazione della frutta






I frutti si possono dividere grossolanamente in climaterici e non climaterici in base a come si comportano nell’ultima fase della loro vita.

I frutti climaterici sono quelli che continuano a maturare anche dopo la raccolta (mela, banana, albicocca, kiwi, mango, melone, cocomero, papaya, pesca, pera, prugna, pomodoro, pera, fico, avocado). La maturazione della frutta è innescata da un ormone di origine vegetale chiamato etilene. Dopo la raccolta i frutti climaterici continuano a loro volta a produrre elevate quantità etilene portando avanti e velocizzando la respirazione cellulare e quindi la maturazione. In questa fase l’amido si trasforma gradualmente in zuccheri, la clorofilla in antociani (dando la colorazione al frutto), la pectina si riduce mentre aumentano il sapore e l’aroma.

Nei frutti non climaterici (more, mirtilli, lamponi, fragole, ciliegie, limone, arance, cetrioli, peperoni, melanzane, zucca, ananas, uva, pompelmo) invece il contenuto di etilene è più basso e la maturazione si blocca nel momento in cui il frutto viene raccolto dalla pianta. L’etilene può però agire sulla clorofilla favorendo il cambiamento di colore della buccia degli agrumi (i limoni passano da verde a giallo e le arance diventano arancione).

Ecco spiegato perchè mettendo la frutta vicino a mele e banane se ne acceleri la maturazione! L’etilene rilasciato da questi frutti (mele e banane) favorirà la maturazione degli altri.



Questo avviene in natura dove l'etilene è sintetizzato dagli organismi presenti nel terreno e dalla naturale maturazione dei frutti climaterici, altro conto sono frutti esotici raccolti acerbi a migliaia di chilometri dalla destinazione, ma anche pomodori insapori o frutti che troviamo fuori stagione e fatti maturare in celle con etilene sintetizzato a partire da idrocarburi . E poi facendo il solito conto energetico mangiare banane a natale dove non crescono vuol dire sottopagare chi lo raccoglie, inquinare per trasportarlo e per farlo maturare a destinazione questa è la follia della tecnologia. Ma c'è un rimedio mangiare frutta di stagione e a km 0.



giovedì 17 ottobre 2019

Autofertilità del suolo, il ciclo etilene ossigeno.



Quando anni fa incominciai a coltivare un piccolo campo vicino a casa mi trovai in una situazione di degrado ambientale dovuto a pratiche errate di coltivazione così cercai di ripristinare il naturale ecosistema che era presente in zone non coltivate e trovai nell'agricoltura sinergica tutte le risposte che cercavo. Ancora c'è lavoro da fare ma la natura sta riprendendosi e opera sinergicamente con le mie piante. Nacque cosi' IL GIARDINO DI ZERDESHT.

E' ormai da tempo che viene condiviso questo video che spiega bene che cosa e' l'autofertilità del suolo ovvero la capacità straordinaria di autorigenerasi del terreno. Questo processo è stato studiato solo recentemente e dimostra come arature profonde sconvolgono la naturale proprietà del suolo di rigenerarsi. Infatti ad arature profonde occorre poi reintegrare con dosi massicce di concime per ristabilire una minima fertilità, ma il conto energetico di queste operazioni gravano su tutto l'ecosistema mentre la natura è di per se' autorigenerante. E' ovvio che per la semina e la piantagione occorre un substrato che favorisca l'attecchimento, ma questo in un ambiente naturale è pochi centimetri sotto la copertura di manti erbosi che mantengono l'umidità e l'ecosistema. Inoltre uno scasso di molti centimetri rende il suolo esposto alla dilavazione perchè non trattiene piu' l'acqua piovana con un aggravio energetico per mantenere il suolo umido. Tutto questo viene invece praticato nell'agricoltura sinergica ovvero fare il minimo necessario come intervento nell' ecosistema anzi imitando quello che la natura fa gia' da tempo immemore in maniera perfetta.

Ecco alcune considerazioni tratte dall' orto sinergico di Emilia Hazelip per chi volesse approfondire.



L'agricoltura sinergica nasce dall'osservazione della Natura e dei suoi affascinanti processi. Il bosco e la foresta sono i punti di riferimento da cui trarre insegnamenti e riflessioni, infatti osservando la monumentale crescita della vita vegetale allo stato selvatico possiamo arrivare a domandarci:

'come è possibile questa crescita rigogliosa senza l'apporto di fertilizzanti?'

La risposta scientifica a questa domanda arriva grazie al lavoro di ricercatori come Alan Smith che negli anni 70 studiando il suolo ha scoperto il 'ciclo dell'ossigeno e dell'etilene' capace di regolare e determinare il processo di AUTO-fertilità del suolo.

Alla base di questo ciclo di auto fertilità troviamo pochi, ma semplici e indispensabili fattori che lo rendono possibile, ovvero:

- un suolo ricco di materia organica depositata sulla superficie ( la pacciamatura prodotta naturalmente dai boschi tramite la caduta di foglie e altri resti vegetali )

- un suolo ricco di microbiologia attiva ( la cui presenza è favorita dalla pacciamatura organica in sinergia con un suolo ricco di humus ) concentrata maggiormente nelle aree adiacenti alle radici delle piante ( la cosiddetta 'rizosfera' )

- un suolo integro nella sua struttura capillare, capace di traspirare i gas coinvolti nel processo di autofertilità come l'etilene e l'ossigeno.

- un suolo ricco di biodiversità

A questo punto dopo aver osservato e compreso la geniale semplicità con cui la natura auto fertilizza i suoi giardini spontanei possiamo arrivare a domandarci:

'se il processo di autofertilità può avvenire nei terreni selvatici, perché non impegnarsi per ripristinare questo ciclo anche negli orti e nei campi coltivati?'

Lo stesso Edward H. Faulkner nella sua opera 'Plowman's folly' ( pubblicata nel 1943) disse:
"Vi è abbondanza di azoto nell'aria e vi sono quantità praticamente illimitate di nutrienti minerali nel terreno. Le nuove pratiche agricole consentno di utilizzare le forze naturali per renderli disponibili e una produzione di colture molto più abbondanti di quelle che abbiamo ottenuto finora sarà solo una questione di tecnica consapevole" 

sabato 12 ottobre 2019

Io Penso

di Masanobu Fukuoka

Io penso che la comprensione della natura sia oltre la portata dell’intelligenza umana.
Spesso dico ai giovani: chiunque è capace di vedere gli alberi lassù sulla montagna. Riescono a vedere il verde delle foglie, credono di sapere cosa sia il verde, ma quando pensano di cominciare a capire la natura, possono star sicuri di essere fuori strada (..)
Ciò che viene concepito come ‘natura’ è solo l’idea che nasce dalla mente di ognuno.
Quelli che vedono la natura vera sono fanciulli. Vedono senza pensare direttamente e chiaramente.
Basta che i nomi delle piante siano noti, un albero di mandarini della famiglia degli agrumi, un pino della famiglia delle conifere, e la natura non viene più vista nella sua vera forma.
Un oggetto isolato dal tutto non è una cosa reale.
(..) L’ironia è quanto la scienza sia servita a mostrare quanto scarso sia l’umano sapere (..)
Il mio spirito si fece leggero e chiaro…sentivo gli uccellini cantare negli alberi.. Le foglie danzavano verdi e brillanti. Sentii che questo era un vero paradiso in terra. Tutto ciò che mi aveva dominato, tutte le angosce, scomparvero come sogni e illusioni e una cosa che si potrebbe chiamare come ”natura vera” se ne stette là davanti rivelata.
La maniera normale di sviluppare un nuovo metodo è domandarsi:e se si provasse questo? E se si provasse quest’altro? Introducendo diverse tecniche una sull’altra. Io facevo l’esatto contrario:E se si provasse a non fare questo? E se si provasse a non fare quest’altro? “
“Dividere l’esperienza a metà e chiamare una parte fisica e l’altra spirituale è una cosa che rende miopi e disorientati.
Sarebbe meglio che la gente smettesse addirittura di pensare al mangiare. Analogamente sarebbe bene che la gente smettesse di scoprire il vero significato della vita, non possiamo mai sapere le risposte alle grandi domande spirituali. Ma è bene non capire. Siamo nati e stiamo vivendo sulla Terra per guardare in faccia direttamente alla realtà del vivere.
La glorificazione delle attività commerciali tende ad impedire alla gente di identificare la vera fonte della vita.

Quando più alberi vengono allontanati dalla loro forma naturale, la potatura e lo sterminio degli insetti diventano necessari;
quanto più la società umana si separa da una vita vicina alla natura,la scolarizzazione diventa necessaria. In natura, la pubblica istruzione non ha senso.
Nell’educare i bambini molti genitori fanno lo stesso errore che feci io nel frutteto all’inizio. Per esempio, insegnare la musica ai bambini è inutile come potare le piante da frutta. L’orecchio del bambino capta naturalmente la musica. Il mormorio di un ruscello, il suono gracidante delle rane vicino all’argine del fiume, lo stormire delle foglie nella foresta,tutti questi suoni naturali sono musica, vera musica.
Ma quando molti rumori di disturbo entrano a confondere l’orecchio, l’apprezzamento puro e diretto della musica da parte del bambino degenera.
Se lo lascia continuare su quella strada il bambino diventerà incapace di sentire il richiamo di un uccello o il suono del vento per quello che sono, cioè delle canzoni (…)
Quando il cuore è pieno di canto si può dire che il bambino è musicalmente dotato.
Quasi tutti pensano che la ”natura” sia una cosa buona, ma pochi riescono ad afferrare la differenza fra ciò che è naturale e ciò che è artificiale.
Se una nuova gemma viene tolta da un albero da frutta con un paio di forbici, questo solo fatto può diffondere un disordine irreversibile.
Quando crescono nella loro forma naturale i rami si distendono in modo alternato dal tronco e le foglie ricevono la luce del sole uniformemente.
Se questa sequenza viene interrotta i rami entrano in conflitto, si mettono l’uno sull’altro, si aggrovigliano e le foglie si seccano là dove il sole non riesce a penetrare. Così si sviluppano i danni degli insetti e, se la pianta non viene potata, l’anno seguente aumenteranno i rami secchi.
Gli esseri umani con le loro manomissioni fanno il danno, non riparano l’errore e quando i risultati negativi si accumulano, lavorano con tutte le energie per correggerli. Quando le azioni correttive sembrano avere successo, arrivano a considerare queste misure come splendide realizzazioni. La gente cocciutamente insiste sempre ad agire così.
E’ come se uno scemo saltasse sulle tegole del suo tetto e le rompesse. Quando poi comincia a piovere e il soffitto inizia a marcire, sale in fretta a riparare il danno, tutto contento alla fine di aver trovato una soluzione miracolosa. Allo scienziato succede la stessa cosa. Sta immerso nei libri giorno e notte, sforzando gli occhi e diventando miope, e se domandiamo che lavoro ha fatto in tutto quel tempo: ha inventato degli occhiali per correggere la miopia.”
“All’inizio l’uomo non sa da dove viene o dove va.
L’altro giorno avevo trovato un cappello di carice ( vimini) intrecciato lasciato da un gruppo di pellegrini che erano passati a visitare i templi di Shikoku. Su di esso stavano scritte le parole: ”All’origine nè est nè ovest/dieci infinite direzioni.”
Non c’è est, nè ovest. Il sole sorge ad est, tramonta ad ovest, ma questa è solo un’osservazione astronomica. Sapere che non capisci nè l’est nè l’ovest è più vicino alla verità. Il fatto è che nessuno sa da dove viene il sole.
Secondo il Sutra del Cuore ‘La forma è il vuoto, il vuoto è la forma. Materia e spirito sono una cosa sola ma tutto è vuoto. L’uomo non è vivo, non è morto, non è nato e non muore, senza vecchiaia nè malattia, senza aumento nè diminuzione’.
(..) Gli esseri umani di solito vedono la vita e la morte in una prospettiva piuttosto corta. Che significato può avere la nascita della primavera e la morte dell’autunno per quest’erba? La gente pensa che la vita è la gioia e la morte è tristezza, ma il seme di riso, che riposa dentro la terra ed emette i germogli a primavera, le sue foglie e i suoi steli che seccano in autunno, ancora conserva nel suo piccolissimo germe la gioia piena della vita. La gioia della vita non se ne va con la morte. La morte non è altro che un passaggio momentaneo. Potresti forse dire che questo riso, dato che possiede la gioia piena della vita, non conosce il dispiacere della morte?
La stessa cosa che succede al riso e all’orzo si ripete continuamente nel corpo umano. Ogni giorno capelli e unghie crescono, decine di migliaia di cellule muoiono, decine di migliaia ne nascono di nuove; il sangue che c’era nel corpo un mese fa non è lo stesso oggi. Quando pensi che le tue stesse caratteristiche si trasmetteranno ai corpi dei tuoi figli e nipoti, puoi dire che muori e rinasci ogni giorno, e ancora continuerai a vivere…
Se si può assaporare e sperimentare ogni giorno la partecipazione in questo ciclo, nient’altro è più necessario.
Ma la maggioranza della gente non è capace di godersi la vita mentre fluisce e cambia da un giorno all’altro. Si aggrappa alla vita come l’ha già sperimentata e questo attaccamento abitudinario porta con sè la paura della morte.
Badando solo al passato, che è già andato, o al futuro che deve ancora venire, dimenticano di vivere sulla terra qui e ora. Mentre si dibattono nella confusione, osservano le loro vite che passano come in un sogno.
..la ragione delle persone divide i fenomeni in dualismi come la vita e la morte, lo yin e lo yang, l’essere e il vuoto.
La mente arriva a credere nell’assoluta validità di quello che i sensi percepiscono e allora la materia com’è si trasforma in oggetti come gli esseri umani li percepiscono normalmente (..) le forme del mondo materiale, i concetti della vita e della morte, della salute e della malattia, della gioia e del dolore, traggono tutti la loro origine nella mente umana (..)
”Vuoi dire che tutto è illusione, non resta nulla?”
”Nulla? A quanto pare il concetto di vuoto resta ancora nella vostra mente” dissi io ai giovani. ”Se non sapete da dove siete venuti, o dove state andando, allora come fate ad essere sicuri di essere qua, in piedi davanti a me? L’esistenza è forse senza senso?”
In origine gli esseri umani non avevano scopo.
Non c’è nessuno scopo a cui uno debba pensare, o che debba andare in giro a cercare. Fareste bene a domandare ai bambini se una vita senza scopo sia una vita senza senso…”

giovedì 3 ottobre 2019

Considerazioni sulla legna da ardere



Che cosa è la legna da ardere.





Molti di noi per scelta hanno deciso come me di riscaldarsi con la legna oppure cucinare o accendere un camino per passare piacevoli serate d'inverno.
Ma un dubbio ogni volta che compro legna ( non la produco ) mi è sempre sorto; come è stata tagliata con quale criterio rispetto alle fasi lunari astronomiche e in quale zona in ombra o soleggiata, ma anche quanto è stata a riposo dopo il taglio. L'unica cosa che ho saputo da chi la produce è stato il tipo di legno utilizzato che sia quercia o rovere o faggio ma mai una delucidazione in quanto al momento più adatto per tagliarla e renderla adatta alla combustione.
Ovviamente si capisce che chi produce in quantità industriali non si pone neanche il problema, ma chi la usa tutti i giorni si accorge della differenza la  legna ha un  comportamento diverso da un anno all'altro. Difficile stabilire una connessione certa tra il combustibile in questo caso legna e condizioni atmosferiche tiraggio dei camini e funzionalità della stufa o del camino, io mi sono fatto l'idea che buona parte dei risultati della combustione sta nella legna e di come è stata coltivata e raccolta, in sintonia con i concetti dell'agricoltura biodinamica che abbraccia tutta l'agricoltura in senso più ampio.
E' certo che le mie sono solo intuizioni occorrerebbe un'analisi scientifica per convalidare la tesi che anche la legna da ardere andrebbe coltivata seguendo ritmi cosmici adatti dalla semina al taglio.

Ricordo inoltre che: consumando legna da ardere non alteriamo il bilancio di Co2 (anidride carbonica) esistente nella atmosfera.
Infatti le piante durante la fase di accrescimento consumano tanta Co2 quanta ne viene immessa in atmosfera durante la loro combustione mantenendo il bilancio in pareggio. 
Risultato immagini per pareggio energetico legna da ardereEfficienza energetica ed emissioni di CO2 In tabella seguente si riportano i consumi energetici espressi in percentuale di energia non rinnovabile consumata per produrre l’energia termica utile, CER (misura dell’ammontare complessivo di risorse energetiche primarie necessarie per erogare l’unità di energia termica utile) e il valore di emissione espressa in kg di CO2 equivalente per ogni MWh di energia primaria. Per produrre un MWh utile dai combustibili legnosi consumiamo il 4-12% di energia non rinnovabile, con le fonti fossili si sale al 17-20%. Il livello di emissioni clima alteranti è nell’ordine di 20-30 kg per il legno e 325-250 kg CO2-eq nel caso di gasolio, GPL e metano. 





Luna ascendente e luna discendente
Fin qui dovrebbe essere chiaro quindi che luna crescente e luna ascendente sono due cose diverse (che corrispondono a periodi leggermente diversi nel calendario).
Nelle giornate di luna ascendente le piante sono piu’ rigogliose e forti nelle parti sopra il suolo e la linfa sale con piu’ forza. Sono le giornate giuste per tagliare rami da innesto e raccogliere la frutta ed i semi (ovvero raccogliere tutto cio’ che sta’ sopra il suolo). I fiori recisi dureranno piu’ a lungo, specialmente se raccolti, come vedremo, nei giorni di Fiore.
Nelle giornate di luna discendente le piante da trapiantare radicano meglio, e le radici raccolte (per esempio le patate) si conservano piu’ a lungo. E’ anche il momento giusto per potare gli alberi.







Ecco allora un elenco delle informazioni che ho raccolto per chi volesse contribuire ad una analisi migliore può contattarmi o aprire una discussione.





per la legna da camino di norma si predilige la luna calante (ovviamente non la luna calante dei primi di marzo perché se tagli con quella luna ti viene una legna che carbonizza senza bruciare e senza fare né fiamma né calore).
la luna crescente è di solito consigliata per il taglio del legname ad uso stufa. questo poiché in fase di luna crescente il legno è maggiormente irrorato di linfa la quale con il taglio si libera velocemente lasciando le fibre vuote e questo consente una buona resa combustiva anche in condizioni di scarsa ventilazione come all'interno di una stufa.
le lune piene vanno bene per il taglio di alcuni alberi di mediopiccole dimensioni ad essenza legnosa parecchio dura (i carpini ad esempio) mentre i primi due o tre giorni delle lune nuove per alberi di mediopiccole dimensioni ad essenza legnosa più morbida (i frassini, le betulle).
oltre alle lune bisogna anche regolarsi in base al periodo dell'anno. la legna da riscaldamento con maggiore resa calorica di norma si ottiene tagliando a novembre, a febbraio o l'ultima decade di marzo


tratto dal libro "servirsi della luna" se tagliate una pianta il primo di marzo dopo il tramonto il legno non brucia.
si carbonizza 1 cm. ma nel mezzo rimane sano. Nel Tirolo molti anni fa facevano le canne fumarie in legno cè anche un museo dove si vedono le canne fumarie in legno


Detti popolari:

 "Quando Peppone dice di non usare mai i primi giorni di Marzo (anche se in luna calante) penso intenda parlare del caso della "luna nera" noi la chiamiamo cosi, è un periodo di luna vecchia (calante) che capita quando in un anno solare cadono 13 di questi periodi , almeno cosi la conosco io, più per detto popolare che per conoscenze scientifiche."



venerdì 27 settembre 2019

Solanum Pimpinellifolium 
la piu' antica varietà di Solanum.

Nel Giardino di Zerdesht viene coltivata una nuova specie di solanum che si ritiene geneticamente la piu' antica.



"Il solanum pimpinellifolium , comunemente noto come il pomodoro ribes , è una specie selvatica di pomodoro originaria dell'Ecuador e del Perù naturalizzata altrove, come le isole Galapagos. I suoi piccoli frutti sono commestibili ed è comunemente coltivato negli orti come un pomodoro. Sebbene sia considerato selvatico piuttosto che addomesticato come lo è la specie di pomodoro comunemente coltivata Solanum Lycopersicum. Il suo genoma è stato sequenziato nel 2012. "

Interessante mappatura genetica del solanum a questo link:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2759208









giovedì 26 settembre 2019

L' aratura pratica errata di una agricoltura superata


 Alcune considerazioni sulla lavorazione del terreno;

ormai molti anni fa quando iniziai a coltivare piccoli appezzamenti di terreno al massimo di 300 mq, lo feci seguendo i criteri dell'agricoltura tradizionale cioè lavorando il terreno con una aratura semplice , fertilizzare con concime, assolcare, seminare o trapiantare cercando di eliminare più zolle erbose apparentemente non utili. Niente di più sbagliato il risultato era terreno sempre più minerale impermeabile e argilloso perché queste pratiche alla luce di oggi sono controproducenti sia in termini di fertilità del terreno sia in termini energetici quello che impieghi (lavoro, mezzi meccanici, carburanti, acqua, fertilizzanti) sono maggiori dei ricavi quindi un sistema che consuma di più di quello che produce e questo è fondamentale da capire.




Occorre ripensare questi metodi, io li ho sperimentati e o capito che non erano cio' che intuivo. Oggi attraverso i bancali sinergici intervengo il minimo indispensabile cercando di costruire ecosistemi quasi autonomi, questo secondo il mio parere ma sopratutto attraverso l'impulso che hanno dato R. Steiner e poi
Masanobu Fukuoka , Emilia Hazelip è l'agricoltura del futuro.


La vangatura profonda non è necessaria cosi come una aratura perché tutti i processi importanti di un terreno avvengono nei primi 20 cm di suolo, quindi anziché migliorare il terreno si distruggono equilibri importanti che non si reintegrano con una semplice concimazione. Questo fa parte di una pratica dell'agricoltura del '900 che non ha più motivo di funzionare.



Lo scopo principale dell’orticoltura biologica è la produzione di alimenti vegetali sani ed
equilibrati, senza impiego di sostanze chimiche di sintesi per la fertilizzazione e la difesa dai
parassiti e dalle erbe spontanee competitrici (le “infestanti” dall’agronomia classica). Si tratta
di un obiettivo ricco di stimoli sia per l’orticoltura professionale che per quella familiare,
raggiungibile attraverso l’adozione di un nuovo ed articolato sistema colturale.
Per l'Agricoltura biologica è di fondamentale importanza il mantenimento e l'incremento della
sostanza organica nel suolo, perché essa sostiene la biomassa vivente (batteri, funghi,
alghe, protozoi, micro e mesofauna
) e garantisce con la sua lenta mineralizzazione, operata
senza sosta dai microrganismi, l’equilibrata nutrizione delle piante. Poiché i processi biologici
relativi alla sostanza organica si svolgono in massima parte nei primi 20 cm di suolo ricchi di
aria, le tecniche agrobiologiche sconsigliano o prevedono un impiego limitato dell’aratura o
delle lavorazioni meccaniche profonde.


Sono ancora poco conosciuti i complessi rapporti tra gli organismi viventi del suolo e le piante, ma è
esperienza comune tra i produttori biologici, rilevare uno stato di generale benessere e
resistenza alle patologie nelle piante coltivate in suoli equilibrati e ricchi di sostanza organica
(almeno 2,5 - 3%). In tal senso le piante da orto offrono esempi spettacolari di risposta
positiva alla corretta gestione agronomica del suolo in funzione della conservazione della
sostanza organica.
La sostanza organica (S.O.), nei suoli agrari italiani, è oggi solitamente intorno all'1,0-1,5 %,
laddove un livello di sufficienza si avrebbe con il 2-2,5%.

Per mantenere e migliorare il livello di sostanza organica di un suolo e, in altre parole, la sua
fertilità è ampiamente consigliato l’impiego di colture da sovescio, di letame compostato
arricchito ed attivato con preparati di origine naturale (macerati, farine di alghe o di roccia),
delle rotazioni con piante di diversa famiglia botanica e di apparato radicale con differenti
caratteristiche, fittonante, profondo o fascicolato.

Gli elementi della fertilità del suolo normalmente considerati sono: Azoto (N), Fosforo (P),
Potassio (K); a questi sono da aggiungere Calcio (Ca), Magnesio (Mg), Zolfo (S), Ferro (Fe),
ed una serie di microelementi – Zinco, Manganese, Boro, Molibdeno ecc. - assorbiti in piccole
quantità dalle piante ma causa di gravi stati carenziali se presenti in quantità insufficiente. Gli
elementi sopra citati controllano la crescita della pianta, la fioritura, la fruttificazione, le
caratteristiche organolettiche, la resistenza alle malattie, l'epoca di maturazione e la durata di
conservazione in post - raccolta.
E' importante conoscere le caratteristiche fisiche e chimiche del terreno per attuare interventi
agronomici volti a riequilibrarne la dotazione chimica e organica. Tale conoscenza si può
ricavare da un’analisi del suolo o, per i più esperti, da una attenta osservazione del suolo e
della composizione della flora presente su di esso.



Affermava R. Steiner nel 1924:
“si deve sapere che concimare vuol dire vivificare la terra, in
modo che la pianta non si trovi in un terreno morto e debba contare solo sulla sua vitalità per
trarre ciò che le è necessario per arrivare alla formazione del frutto”.
Quanto più è vitale il terreno tanto più alle piante viene garantita una ottimale nutrizione. In
orticoltura biologica l’impiego di fertilizzanti è in gran parte finalizzato all’alimentazione e
all’attivazione dei microrganismi e non direttamente alla nutrizione delle piante. E’ per tale
motivo che la fertilizzazione è imperniata sull’impiego di sostanze organiche di origine
vegetale o miste, vegetali e animali, conferite direttamente al terreno in forma di compost,
ammendanti letamici e concimi organici o indirettamente tramite sovesci.



Danni causati dall'aratura alla natura chimica e biologica del terreno.

Le piante, sebbene abbiano la capacità di trasformare l'energia solare in energia chimica che utilizzano per crescere, metabolizzare e riprodursi, hanno anche bisogno di altri elementi che sono incapaci di produrre direttamente. Per esempio hanno bisogno di azoto, di fosforo, di zolfo, di calcio, di magnesio, di potassio, e di oligo-elementi, ma per un approvvigionamento adeguato, le piante devono mobilitare questi elementi alterando il suolo attorno alle loro radici.
Un modo per fa ciò è stimolare l'attività dei microrganismi che allora accrescono la mobilitazione degli elementi nutritivi.
In un suolo non traumatizzato (non lavorato), l'azione degli organismi che vivono al suo interno crea costantemente una struttura in cui si mantengono sacche d'aria; inoltre, le radici in decomposizione lasciano passaggi che vengo colonizzati da batteri ad altra fauna microscopica e facilitano la circolazione dei lombrichi e/o delle formiche.
I batteri del suolo e tutte le altre creature che ci vivono sono i nostri partner nel mantenere il suolo fertile; la loro presenza si manifesta nella salute delle piante, delle colture in crescita e determina la salute del suolo nel suo complesso.
L'aratura, oltre a impedire questi processi, impedisce la produzione di etilene, che è un composto gassoso di grandissima importanza. L'etilene infatti, funge da regolatore essenziale dell'attività dei microrganismi del suolo, agisce sull'intensità del rinnovamento della materia organica, sul riciclaggio dei nutrienti delle piante e interviene smorzando gli effetti delle malattie provenienti dal suolo. L'etilene del suolo viene prodotto in quello che si chiama il ciclo Ossigeno-Etilene. Grazie a questo ciclo, la mobilitazione delle sostanze nutrienti avviene esattamente nel luogo in cui è richiesta dalle piante, cioè nella rizosfera (la porzione di terra a contatto con le radici).
L'etilene ha quindi un ruolo importantissimo sulla popolazione microbica del suolo. Nei suoli agricoli, in cui la produzione di etilene è impedita dall'aratura, anche questo meccanismo di mobilitazione delle sostanze nutritive (e con esse tutte le funzioni poc'anzi descritte) viene inibito.
Invece, nell'atmosfera dei suoli imperturbati (non lavorati), come quelli delle praterie e delle foreste, l'etilene può essere continuamente rilevato; è ben dimostrato come negli ecosistemi naturali, dove esiste un rinnovamento lento ed equilibrato della materia ed un riciclo efficace dei nutrienti, le malattie provenienti dal suolo siano insignificanti.