venerdì 28 aprile 2017

Flora poesia antroposofica

Sui rami nudi, a breve, piume e foglie,

e l’acqua avrà sussurri cristallini,

e tu, vestita di dolcezza andrai

lieve sfiorando primule che, bianche,

esalteranno la tua pelle rosa.

Io so che al tuo passare silenzioso,

aerea corsa, transito felice,

tutto sarà come nel primo giorno.

Ripartirà la vita, il macchinario

fermo del tempo prenderà nel ritmo

atono e freddo nuova melodia

d’astri remoti, luce e sincronia.

Forte la Voce chiamerà ad esistere

fuori dal sonno i nostri desideri,

dal gelo inestricabile i pensieri.


                         Fulvio Di Lieto


domenica 23 aprile 2017

Dalla vite maritata ai sostegni per le piante


QUANDO LA VITE SI MARITAVA AGLI OPPI

“ La vite, per esempio, richiedeva una cura e un impegno continuo, durante tutto l’arco dell’anno, inverno compreso, quando era tempo di potature. Era coltivata a piantata, cioè appoggiata a filari regolari di alberi che ricoprivano quasi tutti i campi, perlomeno quelli esposti al sole.
Anche la vite è femmina; in Toscana, dicevano che la vite
ha bisogno “dell’omo”, e l’omo, per la vite, era un albero.
La vite si legava all’albero, l’abbracciava, vi si appoggiava per salire verso il sole, cercando il calore che faceva maturare l’uva, allontanandola dall’umidità del terreno, però non al modo di una soffocante edera malefica, né come un’ingombrante, inutile vitalba.
La vite si sposava all’albero. Era un amore: un tacito reciproco consenso. Un matrimonio con l’acero campestre (l’oppio), oppure l’olmo, il gelso, o persino il pioppo nelle zone di pianura.
In alcune parti d’Italia, non a caso chiamavano questa coltivazione “vite maritata”. È  un tipo di coltura che pare risalire agli Etruschi e che da noi si è mantenuto fino a circa quarant’anni fa” .

 

Strutture di sostegno delle piante

Il sostegno delle piante è un aspetto molto importante della cura di giardino ed orto, che però non sempre viene tenuto nella giusta considerazione. Le specie vegetali possono infatti essere minacciate dal vento e dagli agenti atmosferici o più semplicemente dal loro stesso peso, prostrarsi a terra ed addirittura arrivare a spezzarsi.
Questo vale ancor di più per le specie orticole che, su fusti di ridotti diametri, portano frutti grossi e pesanti e che se lasciate crescere liberamente si prostrerebbero a terra compro
mettendo la produttività e la qualità degli ortaggi.
Attraverso i tutori si possono creare architetture creative che arricchiscono l'habitat delle piante e del giardino.

Tipologie di tutori

Sono molte le tipologie di tutore che si possono impiegare per il sostegno delle piante, e per scegliere di volta in volta qual è la soluzione migliore è bene conoscerle in modo approfondito.
  • Tutori in bambù
    sono leggeri, robusti ed ecocompatibili e possono essere impiegati in diversi contesti, sia nell’orto che nel giardino. 
  • Tutori in legno
    solitamente quelli che si trovano in commercio presentano un’estremità appuntita che facilita la penetrazione nel terreno e sono trattati con speciali prodotti che li rendono resistenti agli agenti atmosferici; nel caso di un palo “fai da te”, al contrario, bisogna provvedere ad appuntire il sostegno e a rivestirlo di un apposito prodotto conservante. Si possono impiegare rami provenienti da ceppaie che sopportano le potature (es. nocciolo, castagno, robinia…) oppure pali di maggiori dimensioni, in eucalipto o pino.
  • Tutori in ferro
    possono essere usati tondini in ferro da armatura del diametro di 12 si trovano nei magazzini di prodotti per edilizia e di lunghezze fino a 6 mt. Pratici per costruire archi e strutture aeree modellabili.
Una volta istallati i tutori si passa alla fase successiva, ossia la legatura della pianta al supporto mediante i legacci, che possono essere realizzati con diversi materiali.


 




 

















domenica 16 aprile 2017

La caotizzazione del seme.


"Lo Steiner nel 1924 disse che il seme è in una posizione di 'riposo',possiede cioè un ordine...ma quando noi lo poniamo nel terreno ( in presenza di una certa umidità nel suolo )...inizia immediatamente a 'muoversi' ( usando un termine antroposofico...'etericamente' inizia a muoversi )... anche se 'fisicamente' inizia a 'muoversi' molte ore dopo...la sua proteina entra in una situazione di disfacimento, di 'caos',di disordine...si viene cioè a rompere l'ordine iniziale (del seme)...in questo istante nel seme si presenta la possibilità e disponibilità ad assorbire i vari fattori esterni legati ai processi vitali che influenzeranno poi il nuovo ordine, cioè quello della futura pianta.....L'ambiente vivente circostante ha la possibilità, quindi, di imprimersi in vario modo durante questo processo di 'caotizzazione'."

Tratto da un post di Cappi Andrea. in Calendario agricolo (e agricoltura biodinamica).


Tutto volge al calore del sole, non c'è pianta che non vibra non c'è animale che rimane quieto e anche io nell'anima cerco la luce. Adesso ho la sensazione di cambiare pelle, questa primavera mi stanca ma è come una stanchezza dopo un sonno profondo, un riemergere al giorno.
Molte cose da fare la stagione inizia luminosa, occorre muoversi trovare il tempo giusto dopo un lungo girovagare dentro se stessi adesso è tempo di consumarsi.



Il Giardino di Zerdesht aprile 2017.















sabato 15 aprile 2017

Il migliore Azoto per il giardino

Il miglior Azoto per il vostro orto siete Voi stessi come  L'Azoth (o Azoto), in alchimia  è un solvente o farmaco universale, affine ad altre sostanze sottili come l'etere o l'alkaesth che si otterrebbe disciogliendo lo spirito vitale nascosto nella materia grossolana.



Ecco gli alchimisti operavano attraverso un solvente universale che doveva trasformare la materia in spirito. Osserviamo la natura, da un minuscolo seme crea una pianta ecco che il pensare perfetto crea una condizione univoca perfetta che non ha bisogno di interferenze. Voi tutti che coltivate per passione siete i veri alchimisti che posate il seme guardate gli astri e con grande spirito coltivate ciò che per natura è perfetto nel vostro mare di pensare che è il giardino quasi perfetto quello umano.



"Il tuo orto cos'è se non un po di te stesso disciolto in esso."

Wolf-Dieter Storl

Fammi vedere il tuo giardino e ti dirò ' chi sei: un giardino non è soltanto il biotopo, costituito da ogni sorta di piante, animali e della terra, ma lui è un mischwesen un'individualità, creati attraverso l'interazione del grande e del piccolo, il creatore Natura e dell'uomo.





"Nel nostro giardino siamo noi il faro illuminante"

Gurdatevi intorno, tutto ciò è opera vostra, siete voi il sovente universale nel vostro giardino e quello che appare materia e che avete coltivato con dedizione si trasforma in spirito ed in voi stessi ma in un altra forma e se qualcosa non va o disturba il vostro lavoro forse è in qualcosa che a che fare con noi anche se non lo comprendiamo. Leggiamo il libro della natura leggiamo noi stessi.


sabato 8 aprile 2017

Manuale orto sinergico


l metodo dell’agricoltura sinergica è stato ideato dall’agricoltrice spagnola Emilia Hazelip e si basa sui principi di Masanobu Fukuoka secondo i quali il terreno di coltivazione non necessita di lavorazioni, la lotta ai parassiti viene fatta in modo naturale tramite l’introduzione di insetti utili e ogni intervento di fertilizzazione è da evitare scegliendo a tal fine soltanto colture da sovescio ovvero quelle colture come fava, senape e ravizzone. Quindi diversamente dall’agricoltura classica non si interviene direttamente sul terreno, non si altera quell’equilibrio naturale di microfauna e microrganismi che proliferano nei primi strati del substrato e non si interviene con concimazioni specifiche ma si lascia questo compito alla natura permettendo alle piante la conclusione del loro ciclo vitale nel terreno



L’agricoltura sinergica è un metodo di coltivazione rivoluzionario elaborato a partire
dagli anni ’80 dall’agricoltrice spagnola Emilia Hazelip (1938-2003) adattando al clima
mediterraneo i principi dell’agricoltura naturale estrapolati dall’agronomo giapponeseMasanobu
Fukuoka (1913-2008)




Questo piccolo e agile manuale, poco più di un opuscolo, scaturisce quindi dall’esigenza
di raccogliere le informazioni necessarie per dare risposte e stimoli a chi è interessato
all’argomento e vuole iniziare la coltivazione di un orto sinergico.


 http://www.silentevolution.net/docs/Manuale-orto-sinergico.pdf





sabato 1 aprile 2017

Recinto fatto di bancali

 
Ho realizzato un recinto partendo dai bancali in legno che altrimenti venivano smaltiti come rifiuti legnosi.


Questo è un rifiuto della società cosiddetta moderna milioni di bancali in legno utilizzati per trasportare merci che poi vengono smaltiti come rifiuti legnosi. Parliamo di milioni di piante
abbattute per trasportare merci.




Ci sono in rete migliaia di modi per riciclarli io li ho usati per fare una recinzione che andrò a completare con la tinteggiatura per renderla resistente agli agenti atmosferici.

1) schiodatura della parte inferiore  


 






 
 








2) sagomatura e assemblaggio