Le forze di vita o l’Eterico
Che
cos’è un “etere”? Nell’agricoltura biodinamica gli agricoltori si
occupano di questo misterioso etere. Rudolf Steiner nella sua
antroposofia ha parlato del corpo eterico. Questo corpo eterico è una
parte del nostro essere. Vorrei inizialmente spiegare la differenza tra
corpo fisico e corpo eterico. Questo può sembrare che sia fatto un po’
alla maniera tedesca, per cui c’è sempre anche un po’ un insegnamento,
non è solo un divertimento. Perché non è facile spiegare concetti di
oggetti invisibili. Il corpo eterico è invisibile, mentre il corpo
fisico, lo conosciamo bene, è visibile. Il corpo eterico contiene la
vita, sostiene tutti i processi della vita che avvengono nella pianta,
nell’animale e nell’uomo.
Tutti
noi conosciamo il corpo fisico, perché possiamo percepirlo, possiamo
misurarlo, possiamo pesare ed esaminare tutti gli elementi di cui è
composto. Ma nel nostro corpo è presente anche qualcos’altro di natura
sottile e questo si può denominare corpo eterico. Il corpo eterico
organizza la vita in noi, organizza i processi vitali. Questo corpo
eterico vive in noi esseri umani, vive nella pianta e anche
nell’animale. Non vive invece in un sasso o in un minerale, nella
materia inanimata. Per esempio nella montagna non vi è corpo eterico. Ma
attorno a questa montagna vivono le forze eteriche, esse vivono nelle
piante, nella vegetazione e un po’ anche in tutta l’atmosfera. Questo
corpo eterico è molto interessante, e per la sua comprensione è
importante formarsi un’idea, formarsi concetti, perché per la scienza o
anche per il corpo fisico abbiamo tanti concetti, e tante occasioni di
rappresentazione, mentre per descrivere il corpo eterico abbiamo solo le
parole, non abbiamo idee concrete, è soltanto una fantasia questo
eterico sconosciuto. Di solito non abbiamo una rappresentazione di che
cosa sia.
Possiamo chiarire la questione se osserviamo una pianta paragonandola
a un sasso. Il sasso non può muoversi, mentre la pianta cresce. Penso
che questa immagine sia molto chiara, la pianta cresce. Possiamo anche
misurare la crescita della pianta, alcuni giorni cresce tanto ed altri
cresce solo poco, a seconda delle condizioni ambientali. Questa crescita
fornisce la prima idea del corpo eterico. Nel sasso non c’è qualcosa di
vivente mentre nella pianta è presente qualcosa che vive. Si può dire:
c’è qualcosa nella pianta che vive e questo si chiama il corpo eterico.
Non possiamo vedere la vita, ma possiamo intuire che c’è qualcosa che
vive, perché percepiamo che questa pianta cresce ogni giorno in una
certa misura. All’inizio crescono le prime foglie, cresce uno stelo,
dopo crescono altre foglie, un fiore, un frutto ecc.
Con questo paragone tra un sasso, un minerale e la pianta possiamo
scoprire che c’è nella pianta qualcosa che vive e questa forza si chiama
etere o corpo eterico. Questa filosofia o questo tipo di scienza non è
facile e oggi vorrei esporre questo metodo di approccio olistico. Se
avete tempo potete leggere qualcosa sul corpo eterico nel libro di Heinz
“Alimentazione e la forza donatrice dell’uomo”. La conoscenza delle
forze della vita è uno studio che può durare non solo due settimane,
credo, ma anni. Se avete abbastanza interesse potete leggere ogni giorno
una pagina o un brano del libro e poi potete formarvi delle idee
adeguate di che cosa possa essere questa forza vivente. Non si vede
questo vivente, ma tutti noi sappiamo che ci sono forze viventi nel
mondo. Anche in noi sono queste forze viventi.
Secondo Rudolf Steiner Goethe ha gettato i fondamenti per una scienza olistica e oggettiva. Goethe dice:
Chi vuol conoscere e descrivere qualche cosa di vivo,
cerca prima di tutto di dissipare lo spirito, di sbarazzarsi di esso.
Poi, in mano sua ha tutte le singole parti.
Peccato soltanto che gli manchi il legame spirituale.
Poi, sentendo questa mancanza nella scienza, Goethe sviluppò nel
corso di 40 anni un metodo, secondo il quale tutti i fenomeni della
natura non si risolvono in movimenti di molecole, o in calcoli
matematici, spiegazioni che sono solo una parte del tutto. Egli voleva
invece far parlare il fenomeno stesso sulla sua natura, sulle forze
formatrici che vivono in esso, includendo l’uomo con la sua forza di
percezione e il suo pensiero.
L’essenza di un oggetto è spirituale, e noi uomini abbiamo in noi
anche uno spirito, possiamo cogliere questa essenza, questa legge, con
la nostra consapevolezza. Un viticoltore per esempio conosce benissimo
l’essenza delle sue varietà di uva, e sa che non si può ridurre questa
essenza a soli elementi chimici e formule matematiche. Usando questo
metodo si può anche arrivare alla conoscenza delle sottili forze
eteriche.
Questo corpo eterico ha anche differenti leggi particolari. E queste
non sono le leggi che regnano nella materia. Un esempio: questa
bottiglia di acqua qui è solo materia, è acqua e come tale materia. Se
prendo in mano questa bottiglia e la lascio: cade. La gravità è una
legge che risiede nella materia. La materia cade, e cade sempre in una
linea retta verso il centro della terra. E che cosa fa ora il corpo
eterico? Questa domanda è molto interessante. Il corpo eterico non ha un
peso come questo libro o la materia in generale. Il corpo eterico è
senza peso. E non solo è senza peso, ma, lo si vede nella pianta, esso
ha la capacità di alzare un corpo, di creare una forza ascendente
contraria questa pesantezza. Questo è un fenomeno molto interessante.
Anche in noi vive questa forza eterica. Che cosa è la causa della nostra
statura eretta? Senza la forza eterica, che cosa succederebbe? Cadremmo
in ogni momento. Come se avessimo una vertigine: sveniamo e cadiamo.
Nel momento di svenimento questo corpo eterico (anche altre forze, non
solo il corpo eterico) sfugge dal corpo fisico. In questo momento
cadiamo, non possiamo più erigerci. Questa legge della pesantezza, della
gravità, di cadere verso il suolo in linea retta non vale per il corpo
eterico.
Ma neanche l’opposto, cioè l’andare verso l’alto contrariamente alla
gravità, vive nel corpo eterico: potremmo presumere che la pianta cresca
in linea retta verso il cielo, immaginando questo suo gesto di crescita
verso l’alto in linea retta. Questo tipo di pensare vige però soltanto
nel mondo fisico e questa è la difficoltà nella spiritualità: spesso
abbiamo un pensare dipendente dal mondo fisico. La crescita però
funziona secondo un’altra legge, un’altra funzionalità. Ed essa è sempre
così: se qualcosa si alza, allo stesso tempo qualcosa cade.
Una forza si alza mentre un’altra forza cade. Goethe ha detto che
qualcosa muore e allo stesso tempo qualcosa diviene, cresce. A riguardo
della pianta e della crescita si può dire: la pianta non cresce ogni
giorno grazie alla luce. Ma: la pianta cresce e muore in ogni momento.
In primavera la crescita prevale, mentre in autunno prevale la morte. È
molto interessante osservare questi differenti aspetti della natura.
Nella materia esistono differenti leggi, e anche strutture, forme,
aspetti. Quali aspetti sono intrinseche nella pianta, nel corpo eterico?
Sono aspetti diversi rispetto a quelli della materia. Solitamente la
difficoltà nell’approccio spirituale è che abbiamo due modi di pensare.
Se vogliamo scoprire qualcosa di spirituale, non dobbiamo usare il
nostro modo di pensare basato sulle leggi del mondo fisico. Perché non
possiamo trasmettere le leggi fisiche a un altro mondo. Dobbiamo pensare
in termini di altre relazioni, di altre proporzioni, se vogliamo vedere
il corpo eterico. Non possiamo vedere il corpo eterico con gli occhi.
Possiamo vedere il corpo eterico solo con la nostra anima. Perché questo
è così difficile? Perché dobbiamo perseguire la disciplina di creare
differenti sentimenti profondi, differenti sensazioni per far sì che
l’anima diventi chiaroveggente, cioè che sviluppi una percezione di
queste forze sottili. L’anima ha questo bisogno di percezione con gli
occhi interiori. E questa disciplina non è facile, secondo la mia
esperienza costa sempre la fatica di tanti anni. È impossibile di
diventare chiaroveggente in due settimane. Se una persona lo afferma, è
bene essere prudenti nel crederlo, perché conosco bene questo campo e so
che è veramente difficile. Ci vogliono anni, può richiedere anche una
vita intera per arrivare a vedere alcuni aspetti del corpo eterico.
Se una persona riesce a scoprire un aspetto del corpo eterico, ne
risulta una gioia, si desta in lei una gioia, perché questa persona in
quel momento sa che esiste un mondo superiore, esiste in verità.
Normalmente abbiamo fede che esiste un mondo superiore, che esiste una
spiritualità. Ma è un’altra cosa vedere, conoscere realmente qualcosa
del mondo superiore, delle forze eteriche; ci sono anche altre forze,
per esempio le forze astrali (movimenti della consapevolezza, cioè dei
pensieri, delle emozioni, della volontà), e vedere qualcosa di queste
forze suscita gioia, perché sappiamo: il mondo superiore esiste.
Per me è molto importante descrivere l’eterico, perché la
spiritualità è qualcosa che non deve essere riservata solo a poche
persone che vivono in solitudine, staccate dal mondo. Penso che ogni
persona oggi deve poter partecipare alla spiritualità. Deve essere una
disciplina in cui ognuno può allenarsi. Perché ogni persona, penso, ha
un grande desiderio di sapere qualcosa dei nessi profondi: che cosa vive
nel centro delle cose, nei fenomeni, che cosa vive nella loro essenza?
Se vediamo una pianta, se vediamo un albero o qualcos’altro nel mondo,
desideriamo sapere che cosa vive nella sua profondità. Non siamo
abbastanza contenti di conoscere solo i processi corporei nel nostro
corpo fisico. Vogliamo sapere di più.
E per questo motivo ho provato a descrivere nel mio nuovo libro i
quattro eteri.
Adesso il discorso diventa un po’ complesso. Vi sono quattro eteri che
vivono nel cosmo e anche nella pianta. Anche in noi vivono tutti i
quattro eteri. Conosciamo i quattro elementi: Fuoco, luce, acqua e
terra. Questi elementi sono stati menzionati in tante culture del mondo,
in India nell’induismo, in Giappone e nella filosofia greca, da
Eraclito, Pitagora, Ippocrate, Platone e Aristotele e i presocratici.
Oggi si ne sente parlare nell’esoterismo. Questa dottrina però è
profondamente vera. Anche le forze di vita si possono suddividere in
quattro tipi: l’etere di fuoco, l’etere della luce, l’etere dell’acqua
(l’etere chimico), e l’etere della terra (etere vitale).
L’etere di fuoco:
Abbiamo
per esempio dentro di noi qualcosa come potenzialità di calore, abbiamo
la temperatura del nostro corpo e possiamo anche sviluppare la febbre.
Un sasso o un legno non hanno calore. Possiamo anche considerare il
calore in senso figurato e per esempio dire: una persona ha calore nella
sua personalità, mentre possiamo anche dire: una persona si comporta in
modo freddo.
In diverse piante come nell’albicocca e nei cereali possiamo osservare l’etere del fuoco come impressione di calore.
Nell’etere
di fuoco esiste un’ampiezza cosmica o un’infinità, mentre allo stesso
tempo si attua il movimento in apparenza contraddittorio, con un effetto
centrante in profondità. Simbolicamente l’etere del fuoco sarebbe
raffigurato con un cerchio quale simbolo dell’infinito e un punto che
rimanda ad una profondità e centratura. Le raffigurazioni sono solo
generali, perché in un certo senso il cerchio è solamente un simbolo.
Questa polarità dell’effetto circolare e in profondità si può
riprodurre con maggior esattezza nell’immagine di un cerchio in cui si
trovi un tetraedro plastico. La profondità si trova al centro mentre il
cerchio circonda la figura plastica del tetraedro. Con questa immagine
nella meditazione si può cogliere l’etere del fuoco ancora meglio.
La luce
Se si vuole disegnare l’etere della luce, si deve partire da un sentimento cosmico e immaginarsi un ampio spazio aperto.
L’etere della luce si può vedere nell’impressione luminosa di una
pianta. Ci si può chiedersi: come mi viene incontro questa pianta?
Appare chiusa in se stessa o aperta e in relazione verso l’esterno? C’è
attorno alla pianta un vivo gioco di luce e colori o appare ombrosa? Qui
si intende piuttosto l’impressione interiore nell’animo. (Cliccare
sulle immagini!)
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- Etere della luce. Si può osservare il gioco di luce e colori. Le piante appaiono in gioiosa relazione con l’ambiente.
L’etere della luce irraggia dallo spazio cosmico e delimita la
pianta, proviene dall’ambiente e forma finissimi contatti delimitanti.
Con questa delimitazione la luce crea una struttura cristallina
meravigliosa che consente una nuova crescita. Nelle ariste dei cereali o
sotto gli olivi c’e spesso un gioco di luce e colori. La pianta si orna
con la luce al fine di diventare essa stessa un’espressione specifica
della luce stessa.
Anche in noi esseri umani abbiamo la luce. Perché possiamo pensare in
modo luminoso, ma per noi è anche possibile irradiare il buio. Nel
nostro pensare risiede una forza che può creare luce. Questa dipende dal
corpo eterico, dall’etere della luce.
L’acqua
L’etere dell’acqua, l’etere chimico, agisce attraverso la capacità di
contrazione. Si contrae piuttosto in una forma più forte, più compatta e
che congiunge, connette e che esercita anche un’azione di attrazione
verso l’esterno.
La contrazione è una sorta di contro-movimento, e proprio attraverso
questa contrazione si attua una successiva crescita. Nasce come un
successivo rivestimento, un avvolgimento, un nuovo strato fisico, una
foglia o una forma floreale. Non in una crescita lineare, bensì in un
gioco alternante di contrazione e ri-manifestazione, si attua la
crescita nell’etere chimico. L’etere chimico o l’etere dell’acqua si può
vedere il meglio nelle foglie, ma anche nel gesto con cui cresce un
rame di un albero.
Abbiamo anche in noi qualcosa come l’acqua in tutti i liquidi del
corpo. E i liquidi non sono solo acqua, perché l’acqua da sola non può
ascendere, mentre l’acqua in noi si muove verso l’alto e permea tutte le
cellule.
Il sangue nelle gambe torna verso il cuore, contro la gravità e il
cuore non è una pompa. Non può esercitare pressione attraverso le
cellule, perché il sangue deve diffondersi attraverso i tessuti per
raggiungere le cellule.
Anche nei liquidi vi sono queste forze eteriche che vivono con
l’acqua nel corpo. L’etere dell’acqua si chiama etere chimico, perché
regola i tanti processi chimici.
La terra
Mentre una forza scivola verso il basso per morire, un nuovo
movimento si innalza come una fiamma. L’etere vitale (l’etere
dell’elemento terra) collega, ancora la vita come tale nella materia.
Nella pianta l’etere vitale o l’elemento terra è presente
prevalentemente nella radice e le strutture solide.
Nel corpo abbiamo anche materia fisica, come i minerali nelle ossa e
nei tessuti. Il tessuto crea il corpo come apparenza fisica. Questo
etere che vive nel corpo fisico o nella forma si chiama etere della
terra o etere vitale.
Le quattro forze eteriche nella pianta esercitano un influsso sulla
crescita. Come l’abbiamo detto la pianta non cresce mai in alto in linea
retta. Non possiamo applicare pensieri di questo genere al mondo
vivente. La pianta non cresce in modo eretto. È importante trovare la
logicità che regna anche nel mondo vivente. Non è facile spiegare
questo.
Se osserviamo una pianta come la
cipolla,
vediamo, che cresce in cerchi concentrici attorno un centro. Di solito
pensiamo che la crescita avviene dal centro verso fuori. Ma le forze
eteriche non funzionano così. Abbiamo un centro. C’è qualcosa che attira
la dinamica verso il centro, c’è un tipo di concentrazione verso il
centro o una forza contrattile e questo è l’etere chimico (l’etere
dell’acqua). Mentre questa forza si contrae nell’eterico della cipolla,
all’altro lato si espande e crea un nuovo cerchio verso l’esterno.
Qualcosa si ritira e qualcosa ascende o si amplia. Abbiamo sempre questa
polarità nel corpo eterico: qualcosa diventa più legata alla terra e
un’altra forza si eleva.
Anche con la luce funziona in modo simile. La pianta non cresce per
mezzo della luce. Secondo il processo della fotosintesi le piante
crescono grazie alla luce. Si dice che la pianta assorba la luce, la
quale possiede un’energia elettromagnetica. Ma che cosa succede in
verità? La luce arriva da fuori e alla periferia della pianta incontra
la materia.
È sempre un toccare molto sensitivo alla periferia. Questo toccare
accende qualcosa nella pianta. È interessante osservare che cosa fa la
luce. Se piove per dieci giorni, è possibile che gli uomini cadono in
depressione e nella natura si può osservare che qualcosa manca.
Quest’anno abbiamo avuto tanta pioggia e poco sole in primavera e
nonostante la carenza di luce vediamo una forte crescita delle piante.
Ma osservando più da vicino e in modo più intuitivo si può vedere che a
queste piante manca stabilità e differenziazione, perché è mancata la
luce. Le piante vogliono compensare in un certo modo alla mancanza di
luce. Quest’anno molte piante spesso non hanno una forza sana e
completa. Il corpo eterico vuole creare la crescita ma la luce non c’è
in misura sufficiente. La luce arriva alla pianta da fuori e la tocca
alla periferia. La pianta non assorbe la luce, ma la luce ha la funzione
che limita e differenzia la pianta alla periferia e accende anche le
altre forze eteriche come l’etere chimico (acqua) e ‘etere vitale
(terra). È così che nell’esposizione diretta alla luce la pianta non
cresce. La luce limita la pianta, ma contemporaneamente apre lo spazio
per la crescita della pianta. Anche l’uomo può aprire o chiudere spazi.
Con una sola parola posso aprire lo spazio per lo sviluppo, ma posso
anche chiuderlo se uso parole dogmatiche, fondamentalistiche; e posso
aprire o chiudere questo spazio con il tono di voce, con il modo con cui
mi rapporto con l’altro. Poi consumo, prendo spazio, chiudo lo spazio
per chi mi ascolta. Anche tra di noi possiamo sentire qualcosa come una
forza molto sensibile e questa reagisce ai nostri pensieri, reagisce
alle condizioni diverse.
La crescita non succede sotto i raggi del sole, ha luogo invece
sempre nell’ombra. Non nella luce. Abbiamo sempre queste due forze.
Nella luce avviene una differenziazione mentre nell’ombra non c’è una
differenziazione, ma nell’ombra si vede che appunto i contorni non sono
accentuati, sono invece indistinti. Nel buio della notte niente è
differenziato e così si vede poco o niente. La crescita avviene nella
notte. La luce limita e differenzia i bordi della pianta, dei frutti.
Dopo l’influsso della luce, che crea differenziazione, la pianta cresce.
La luce è un’entità cosmica e rimane cosmica. Non vuole creare il mondo
fisico, la luce vuole solo aprirlo e vuole aprire la finestra per tutti
i sensi verso il mondo fisico. La luce apre tutto lo spazio.
Quando dopo l’inverno la luce aumenta, aumentano anche le forze
eteriche che spingono poi la pianta verso la superficie della terra e
alla crescita. Prima si forma la radice, poi il germe si alza per uscire
dalla terra. Ma la luce è e rimane un’entità cosmica che limita la
pianta, mentre le altre forze eteriche (etere vitale e chimico) spingono
la pianta. Tra le forze inferiori e superiori risiede la crescita che
non deve essere né eccessiva né mancante.
Lo conosciamo bene in medicina, se avviene una crescita eccessiva
senza luce nel corpo umano abbiamo la malattia del tumore, del cancro.
Qui mancano calore e luce. Nel corpo eterico troviamo le forze superiori
e inferiori. Le superiori creano una specie di morte, per noi e anche
per la pianta. Questa morte è importante, ma la morte qui non è intesa
come qualcosa di pericoloso. Non è come nel deserto, con misure estreme
di sole e luce, senza acqua, condizioni in cui è quasi impossibile
sopravvivere. Qui con morte si intende che queste forze limitano le
forze della vita. Le forze inferiori e quelli superiori si incontrano
alla periferia della pianta. La fotosintesi secondo me non è stata
descritta in modo esatto della scienza, non si tiene ancora conto delle
leggi eteriche. Tra le forze superiori e inferiori avviene la crescita e
questa dipende sempre anche dall’atmosfera. E non dipende soltanto
dall’atmosfera ma anche dai sensi e dall’atteggiamento di noi esseri
umani.
Con una certa ricerca e osservazione possiamo conseguire anche
conoscenze per esempio dell’uva. In parte è descritto anche nel libro di
alimentazione di Heinz Grill. L’uva non cresce né del tutto in alto né
del tutto in basso. Essa si avvolge nelle sue foglie, che la proteggono
dall’effetto troppo dominante della luce, ed essa raccoglie veramente in
sé la forza del cosmo. L’influsso di Giove e di Venere, due grandi
pianeti essenziali, è accumulato intensamente in questo frutto.
L’uva ha un gusto dolce, quasi agrodolce, e ha un effetto fortificante, e
con
il suo contenuto di calcare plasma i tessuti del corpo. Con il suo
gusto un po’ aspro e il suo contenuto ricco di minerali può collegare
l’animo umano con la terra, centrandolo. Il gusto dolce, i zuccheri,
aprono invece la consapevolezza e i sensi gioiosamente verso il mondo
esterno e per la relazione.
A un’osservazione immaginativa, nella vite si rivela prevalentemente
l’etere di fuoco, ma anche gli altri tre eteri sono presenti. Gli eteri
nell’uva si può percepire come un etere bluastro, centrato,
straordinariamente bello e ampio.
Conclusione
È evidente che le forze vitali sono qualcosa che ci circonda sempre e
che fa anche parte di noi stessi. Noi come esseri umani possiamo
aumentare queste forze vitali della terra e delle persone che ci stanno
attorno.
Come Rudolf Steiner ha detto per la Biodinamica:
possiamo guarire la terra e anche le persone, con il nostro percepire,
pensare e sentire.
Tutti noi abbiamo una forza creatrice e possiamo creare anche un po’
il tempo. Possiamo anche creare forze di vita, eteriche per gli altri e
anche per i campi. Non siamo del tutto dipendenti dalla natura pura. La
natura è una grande forza, la madre natura. Ma noi esseri umani siamo
anche biologici, siamo una parte della natura, anche se abbiamo già in
noi alcuni denti artificiali e sostanze chimiche, ma nel complesso siamo
biologici. Ma non siamo solo biologici come una pianta, ma possiamo
usare questa forza eterica. Perché siamo esseri consapevoli. Possiamo
sempre decidere che cosa facciamo con la nostra forza eterica, con la
nostra forza creatrice. Siamo capaci di creare un po’ di più luce o
viceversa un po’ di più buio. L’alimentazione e la forza donatrice
dell’uomo vuol dire che anche nell’atto di mangiare possiamo lasciare un
po’ di forza per il cuoco, per la natura, per altre persone. Questo è
possibile. Normalmente si pensa: se mangiamo, prendiamo qualcosa. Ma nel
momento in cui mangiamo, possiamo usare anche la nostra forza creatrice
e possiamo renderci conto: ci sono tante persone che lavorano per
questo cibo e vorrei ringraziare anche tutti che fanno questo lavoro
fuori sui campi.
Per me è sempre un enigma che qualcosa è finalmente al tavolo. Questa
catena che un cereale arriva come pane al tavolo per me è sempre
qualcosa come un’arte. Tutto il lavoro sui campi e tutti questi processi
contro i parassiti, contro il tempo, contro differenti ostacoli e
finalmente il pane sul tavolo e noi lo possiamo mangiare.
Ma non dimentichiamo la relazione. Se mangiamo qualcosa siamo sempre
in relazione con le persone che hanno prodotto il cibo e tutti i lavori
che sono necessari per la sua produzione. E con l cibo alla fine siamo
in rapporto con tutte le forze eteriche superiori e con quelli inferiori
che vivono nell’humus, nelle piante. Si può dire: mangiare è entrare in
rapporto con tutta la vita.