Sono sempre rimasto sorpreso da quanta poca cultura della morte c'è nella nostra società. La morte che ogni giorno ci accompagna, ogni cosa del mondo materiale nasce, vive e muore eppure della morte se ne fa una notizia non una esperienza come la nascita o l'esistenza. Ho sempre avuto l'impressione che della morte è meglio non parlarne, troppe complicazioni per un mondo materialista ammettere che tutto ad un certo punto finisce; si certo perché, per chi crede nella materia si crede immortale ma non lo è perché anche una stella o un pianeta ad un certo punto finisce la sua esistenza e trasmuta in altro. Bene la morte è l'esperienza che proviamo ogni giorno quando ci assopiamo e finalmente il nostro Io inferiore il nostro Sé si ricongiunge all'Io spirituale che ci aspetta per trasmutare l'esperienza terrena; certo per un materialista l'unica esperienza terrena è quanto ha posseduto per cui la morte ha poco significato ma per chi si adopera a trasformare l'esperienza terrena in spirito è tutta un'altra storia ecco perché nella nostra società la morte è un protocollo da seguire un certificato che ieri ceri oggi non ci sei più.
Bene nel mio mondo la morte è la maturazione di tante esperienze e quando qualcosa muore è perché non è più necessaria a questa vita, a questo giorno, a questa esistenza. Ogni giorno è morire.
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