"Oggi l’uomo crede di
partecipare alla vita della natura solo quando sperimenta il
germogliare, il fiorire, il crescere, il fruttificare, ma noi per fare
bene ciò, dobbiamo saper partecipare anche al decadere, all’appassire,
al paralizzarsi e al morire di ogni vita quando l’estate declina e
sopravviene l’autunno, con il volgersi della coscienza verso sé." Rudolf
Steiner
Nei tempi antichissimi dell’evoluzione dell’umanità ogni passo del processo della riproduzione umana era collegato strettamente
al corso dell’anno.
Con la festività di S.Michele (29 settembre) si supera il giro di boa
dell’equinozio d’autunno (dal latino aequus, uguale, e nox, notte).
Passiamo da Uriele a Michele: finisce la fase di crescita esteriore nella natura, e nostra verso ciò che è “altro da sé”, ed inizia
la rigenerazione invisibile.
"Adesso a
settembre è Michele alla massima altezza, alla sua culminazione cosmica.
L’emiciclo annuale che si avvia con Michele in autunno (e si conclude
con Gabriele in inverno) è quello “dalla morte alla vita“, ritorniamo dentro, ripieghiamo su noi stessi e nella nostra interiorità, per consentirci poi di rinascere “a nuova vita”;
quando – superato l’inverno – verrà inaugurato l’altro emiciclo, polare
a questo, quello di Raffaele: “dalla vita alla morte”, il tempo in cui
saremo nuovamente tutti proiettati fuori di noi, all’esterno. In questi
sei mesi dell’autunno/inverno (Michele e Gabriele) la “materia è contessuta di spirito“, mentre nei sei mesi precedenti della primavera/estate (Raffaele e Uriele) era lo “spirito contessuto di materia”.
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