domenica 23 aprile 2017

Dalla vite maritata ai sostegni per le piante


QUANDO LA VITE SI MARITAVA AGLI OPPI

“ La vite, per esempio, richiedeva una cura e un impegno continuo, durante tutto l’arco dell’anno, inverno compreso, quando era tempo di potature. Era coltivata a piantata, cioè appoggiata a filari regolari di alberi che ricoprivano quasi tutti i campi, perlomeno quelli esposti al sole.
Anche la vite è femmina; in Toscana, dicevano che la vite
ha bisogno “dell’omo”, e l’omo, per la vite, era un albero.
La vite si legava all’albero, l’abbracciava, vi si appoggiava per salire verso il sole, cercando il calore che faceva maturare l’uva, allontanandola dall’umidità del terreno, però non al modo di una soffocante edera malefica, né come un’ingombrante, inutile vitalba.
La vite si sposava all’albero. Era un amore: un tacito reciproco consenso. Un matrimonio con l’acero campestre (l’oppio), oppure l’olmo, il gelso, o persino il pioppo nelle zone di pianura.
In alcune parti d’Italia, non a caso chiamavano questa coltivazione “vite maritata”. È  un tipo di coltura che pare risalire agli Etruschi e che da noi si è mantenuto fino a circa quarant’anni fa” .

 

Strutture di sostegno delle piante

Il sostegno delle piante è un aspetto molto importante della cura di giardino ed orto, che però non sempre viene tenuto nella giusta considerazione. Le specie vegetali possono infatti essere minacciate dal vento e dagli agenti atmosferici o più semplicemente dal loro stesso peso, prostrarsi a terra ed addirittura arrivare a spezzarsi.
Questo vale ancor di più per le specie orticole che, su fusti di ridotti diametri, portano frutti grossi e pesanti e che se lasciate crescere liberamente si prostrerebbero a terra compro
mettendo la produttività e la qualità degli ortaggi.
Attraverso i tutori si possono creare architetture creative che arricchiscono l'habitat delle piante e del giardino.

Tipologie di tutori

Sono molte le tipologie di tutore che si possono impiegare per il sostegno delle piante, e per scegliere di volta in volta qual è la soluzione migliore è bene conoscerle in modo approfondito.
  • Tutori in bambù
    sono leggeri, robusti ed ecocompatibili e possono essere impiegati in diversi contesti, sia nell’orto che nel giardino. 
  • Tutori in legno
    solitamente quelli che si trovano in commercio presentano un’estremità appuntita che facilita la penetrazione nel terreno e sono trattati con speciali prodotti che li rendono resistenti agli agenti atmosferici; nel caso di un palo “fai da te”, al contrario, bisogna provvedere ad appuntire il sostegno e a rivestirlo di un apposito prodotto conservante. Si possono impiegare rami provenienti da ceppaie che sopportano le potature (es. nocciolo, castagno, robinia…) oppure pali di maggiori dimensioni, in eucalipto o pino.
  • Tutori in ferro
    possono essere usati tondini in ferro da armatura del diametro di 12 si trovano nei magazzini di prodotti per edilizia e di lunghezze fino a 6 mt. Pratici per costruire archi e strutture aeree modellabili.
Una volta istallati i tutori si passa alla fase successiva, ossia la legatura della pianta al supporto mediante i legacci, che possono essere realizzati con diversi materiali.


 




 

















domenica 16 aprile 2017

La caotizzazione del seme.


"Lo Steiner nel 1924 disse che il seme è in una posizione di 'riposo',possiede cioè un ordine...ma quando noi lo poniamo nel terreno ( in presenza di una certa umidità nel suolo )...inizia immediatamente a 'muoversi' ( usando un termine antroposofico...'etericamente' inizia a muoversi )... anche se 'fisicamente' inizia a 'muoversi' molte ore dopo...la sua proteina entra in una situazione di disfacimento, di 'caos',di disordine...si viene cioè a rompere l'ordine iniziale (del seme)...in questo istante nel seme si presenta la possibilità e disponibilità ad assorbire i vari fattori esterni legati ai processi vitali che influenzeranno poi il nuovo ordine, cioè quello della futura pianta.....L'ambiente vivente circostante ha la possibilità, quindi, di imprimersi in vario modo durante questo processo di 'caotizzazione'."

Tratto da un post di Cappi Andrea. in Calendario agricolo (e agricoltura biodinamica).


Tutto volge al calore del sole, non c'è pianta che non vibra non c'è animale che rimane quieto e anche io nell'anima cerco la luce. Adesso ho la sensazione di cambiare pelle, questa primavera mi stanca ma è come una stanchezza dopo un sonno profondo, un riemergere al giorno.
Molte cose da fare la stagione inizia luminosa, occorre muoversi trovare il tempo giusto dopo un lungo girovagare dentro se stessi adesso è tempo di consumarsi.



Il Giardino di Zerdesht aprile 2017.















sabato 15 aprile 2017

Il migliore Azoto per il giardino

Il miglior Azoto per il vostro orto siete Voi stessi come  L'Azoth (o Azoto), in alchimia  è un solvente o farmaco universale, affine ad altre sostanze sottili come l'etere o l'alkaesth che si otterrebbe disciogliendo lo spirito vitale nascosto nella materia grossolana.



Ecco gli alchimisti operavano attraverso un solvente universale che doveva trasformare la materia in spirito. Osserviamo la natura, da un minuscolo seme crea una pianta ecco che il pensare perfetto crea una condizione univoca perfetta che non ha bisogno di interferenze. Voi tutti che coltivate per passione siete i veri alchimisti che posate il seme guardate gli astri e con grande spirito coltivate ciò che per natura è perfetto nel vostro mare di pensare che è il giardino quasi perfetto quello umano.



"Il tuo orto cos'è se non un po di te stesso disciolto in esso."

Wolf-Dieter Storl

Fammi vedere il tuo giardino e ti dirò ' chi sei: un giardino non è soltanto il biotopo, costituito da ogni sorta di piante, animali e della terra, ma lui è un mischwesen un'individualità, creati attraverso l'interazione del grande e del piccolo, il creatore Natura e dell'uomo.





"Nel nostro giardino siamo noi il faro illuminante"

Gurdatevi intorno, tutto ciò è opera vostra, siete voi il sovente universale nel vostro giardino e quello che appare materia e che avete coltivato con dedizione si trasforma in spirito ed in voi stessi ma in un altra forma e se qualcosa non va o disturba il vostro lavoro forse è in qualcosa che a che fare con noi anche se non lo comprendiamo. Leggiamo il libro della natura leggiamo noi stessi.


sabato 8 aprile 2017

Manuale orto sinergico


l metodo dell’agricoltura sinergica è stato ideato dall’agricoltrice spagnola Emilia Hazelip e si basa sui principi di Masanobu Fukuoka secondo i quali il terreno di coltivazione non necessita di lavorazioni, la lotta ai parassiti viene fatta in modo naturale tramite l’introduzione di insetti utili e ogni intervento di fertilizzazione è da evitare scegliendo a tal fine soltanto colture da sovescio ovvero quelle colture come fava, senape e ravizzone. Quindi diversamente dall’agricoltura classica non si interviene direttamente sul terreno, non si altera quell’equilibrio naturale di microfauna e microrganismi che proliferano nei primi strati del substrato e non si interviene con concimazioni specifiche ma si lascia questo compito alla natura permettendo alle piante la conclusione del loro ciclo vitale nel terreno



L’agricoltura sinergica è un metodo di coltivazione rivoluzionario elaborato a partire
dagli anni ’80 dall’agricoltrice spagnola Emilia Hazelip (1938-2003) adattando al clima
mediterraneo i principi dell’agricoltura naturale estrapolati dall’agronomo giapponeseMasanobu
Fukuoka (1913-2008)




Questo piccolo e agile manuale, poco più di un opuscolo, scaturisce quindi dall’esigenza
di raccogliere le informazioni necessarie per dare risposte e stimoli a chi è interessato
all’argomento e vuole iniziare la coltivazione di un orto sinergico.


 http://www.silentevolution.net/docs/Manuale-orto-sinergico.pdf





sabato 1 aprile 2017

Recinto fatto di bancali

 
Ho realizzato un recinto partendo dai bancali in legno che altrimenti venivano smaltiti come rifiuti legnosi.


Questo è un rifiuto della società cosiddetta moderna milioni di bancali in legno utilizzati per trasportare merci che poi vengono smaltiti come rifiuti legnosi. Parliamo di milioni di piante
abbattute per trasportare merci.




Ci sono in rete migliaia di modi per riciclarli io li ho usati per fare una recinzione che andrò a completare con la tinteggiatura per renderla resistente agli agenti atmosferici.

1) schiodatura della parte inferiore  


 






 
 








2) sagomatura e assemblaggio 

 
 


 

domenica 26 marzo 2017

L'agricoltura moderna crea malati per la farmaceutica


Non è un caso che l'aumento della celiachia nella popolazione sia supportato dalla commercializzazione di nuovi prodotti agricoli poiché gli stessi istituti che hanno creato il danno botanico al cereale del grano adesso hanno inventato la soluzione. C'è un enorme business che lega sperimentazione agricola e farmaceutica un po' come fare centrali nucleari e poi vendere farmaci per i tumori ed ecco che la ricerca non va in favore della qualità  del prodotto poichè è finanziata da chi vuole vendere prodotti e quindi offre il problema e la soluzione così il business è assicurato.

Il mondo incantato della agricoltura intensiva  è colluso con il sistema farmaceutico in maniera univoca non meno che in altri settori ed è per questo che farà di tutto per togliere la libertà di auto coltivarsi ogni cosa e comunque è già presente in quanto le sementi sono tutte ibride e brevettate.


Tutto questo nasce e si sviluppa tra la collaborazione di enti statali e università che beneficiano di sovvenzioni e onoreficenze al servizio delle lobby agricole e farmaceutiche.


MUTAZIONI GENETICHE DELETERIE sui CIBI 


La varietà Creso, ottenuta nel Centro di studi nucleari del CNEN della Casaccia (Roma) nel 1974 è stata una di quelle maggiormente utilizzate negli ultimi trent'anni nelle coltivazioni italiane. Il grano duro Creso è un incrocio tra la varietà messicana Cymmit e l'italiana Cp B144, mutante della Cappelli (Grano duro) ottenuta sottoponendo il grano Cappelli a bombardamento con raggi X o gamma.
In Italia non è permessa la coltivazione all'aperto di varietà Ogm, pero' e' stata permessa la commercializzazione di quel tipo di grano a mutazi
one genetica....
Oggi coltiviamo in tutta Italia il popolare grano duro detto "Creso", chiamato cosi' proprio per una mutazione ottenuta nel 1974 irraggiando la varietà del tipo di frumento chiamato “Cappelli” (dal nome del creatore di questa varietà) con raggi gamma irrorando i campi con acque provenienti di reattori nucleari.
Oggi Tutti mangiamo pane, pasta, dolci ecc., fatti con il grano Creso.

Il Grano Creso contiene una piu' elevata quantita' di Glutine rispetto al grano Capelli del quale e' una mutazione genetica.

AZIENDE NUCLEARI Italiane:
(1)- Il CNEN (Comitato Nazionale Energia Nucleare) e nasce nel 1960 sostituendo il CNRN (Comitato Nazionale per le Ricerche Nucleari) su iniziativa del Governo italiano sulla scia del grande entusiasmo seguito alla prima Conferenza sull’uso pacifico dell’energia nucleare, organizzata a Ginevra nel 1955 dall’ONU.
Lavora a stretto contatto con l'industria per la progettazione e la realizzazione di impianti nucleari e impianti per il ciclo del combustibile.
Nel 1982 il crescente movimento ambientalista, che si va diffondendo nel Paese, impone una nuova cultura energetica: il CNEN si trasforma in ENEA (Comitato nazionale per la ricerca e lo sviluppo dell’Energia Nucleare e delle Energie Alternative) e si occupa, da quel momento, non più soltanto di energia nucleare ma anche di fonti rinnovabili, uso razionale dell’energia e impatto ambientale.


GRANO duro CAPPELLI e CRESO
Esattamente 30 anni fa, Gian Tommaso Scarascia Mugnozza, (attuale presidente dell’Accademia delle Scienze) con un gruppo di ricercatori del CNEN (comitato Nazionale per l’Energia Nucleare) indusse una mutazione genetica nel grano duro denominato “Cappelli” un tipo di frumento che cresceva SOLO in Puglia esponendolo ai raggi Gamma di un reattore nucleare per ottenere una mutazione genetica e quindi incrociandolo con una varieta’ americana. Quindi questa varietà di grano irradiato e mutato è stata sviluppata nel 1974 da quel gruppo di ricercatori del centro CNEN - Enea (1) di Roma.
Dopo la mutazione quella pianta di grano e’ divenuta “nana” e mostra differenze anche in altri caratteri come la produttività e la precocità nella crescita.
Questo nuovo tipo di grano mutato geneticamente (non OGM) ma irradiato, fu denominato “Creso” e con esso oggi si prepara OGNI tipo di: pane, pasta, dolci, pizze, certi salumi, capsule per farmaci, ecc., esso è una varietà di grano duro, la cui farina e’ quella usata per fare anche la pasta in tutta Italia ed all’estero.

https://it.wikipedia.org/wiki/Gian_Tommaso_Scarascia_Mugnozza vedere per approfondire.



Ed ecco la soluzione: articolo tratto dalla rivista Gambero Rosso con un titolo da marketing alimentare:

La nuova frontiera del gluten free. I ricercatori di Piacenza sviluppano la pasta senza glutine che non fa ingrassare. Con la farina di fagioli

La percentuale di farina di fagiolo comune contenuta nelle paste alimentari sviluppate dell'Istituto di Scienze degli Alimenti e della Nutrizione dell'Università Cattolica di Piacenza assicura un basso Indice Glicemico e un più lento assorbimento degli amidi, garantendo gusto e profumo eccellenti e ottima resistenza alla cottura. E l'industria specializzata è già interessata a lanciare il nuovo prodotto sul mercato di settore. 


Che dire infine, facciamo un danno biologico e poi troviamo una soluzione che non è una soluzione. E poi il grano che seminiamo in buona fede e crediamo biologico lo è davvero o è una di queste sperimentazioni così come tutti i semi che utilizziamo, attenzione a quello che usiamo, la follia umana non è nelle persone semplici, oggi è rappresentata da quelle persone che in buona fede ricercano, ma cosa e da chi è sovvenzionata?.


venerdì 24 marzo 2017

Hugelkultur e agricolura sinergica

Hugelkultur è un termine di origine tedesca che può essere tradotto con "collina coltivata".
Questa tecnica di coltivazione è stata utilizzata per secoli in Germania e nei paesi dell'Europa dell'Est, consiste sostanzialmente nell'utilizzare scarti legnosi per costruire un'aiuola rialzata.
Gli ideatori dell'Hugelkultur si sono ispirati a ciò che accade in un bosco: a tutti sarà capitato almeno una volta di osservare come il legno in decomposizione trattenga umidità e di come il legno marcio sbriciolandosi crei un terriccio soffice e di colore scuro, ricco di nutrienti.



Sezione didattica delle aiuole rialzate:









Qui' di seguito il lavoro che ho svolto nel mio terreno che inizialmente era pieno di sassi e impoverito da culture intensive ed ecco come è oggi, (fine autunno 2016) le indicazioni di come procedere le trovate nel blog.




venerdì 17 marzo 2017

Filo-Post il seme e la pianta forze formatrici all'opera





Il seme e la pianta, forze formatrici all'opera

Meditazione del seme di R. Steiner
 
esercizio apparentemente semplice, ma ricco di conseguenze. Si osservi con
attenzione una pianta, meglio ancora se un albero con frutti. Ci si ponga dinanzi il seme che corrisponde a quella pianta. Si consideri con attenzione la forma, il colore e tutte le altre proprietà del seme e poi con l’immaginazione – senza distogliere lo sguardo – si segua la sua naturale evoluzione: il granello una volta sepolto comincerà ad attirare magneticamente le qualità della terra, caccerà radici, comincerà a crescere verso l’alto, vincendo la forza di gravità slanciandosi verso l’aria e la luce. Si segua il crescere del tronco, il diffondersi dei rami a raggiera e poi lo spuntare delle foglie sui rami, dei fiori e dei frutti al calore del Sole. Nel seme già riposa nascosta tutta la forza dell’albero, in quel seme è iscritta la forma dell’albero in ogni suo minimo aspetto. Ciò che è invisibile nel seme diventerà visibile, alla luce del Sole: “L’invisibile diventerà visibile”. Ripetendo con calma questa meditazione a occhi aperti sorgerà gradualmente una forza. Lo stesso seme ci apparirà avvolto in una piccola nube luminosa, quasi una fiammella. Dal centro della fiamma si riceverà una impressione colorata simile a quella del lilla, gli orli della fiamma tenderanno invece ad apparire azzurrognoli. Ma non sono queste apparizioni l’essenza della meditazione: ci si deve immergere nel pensiero che nell’universo da germi nascosti, lentamente nascono frutti, e che quello che oggi è occulto domani potrà diventare evidente: l’invisibile diventerà visibile.
 
Buona semina a tutti.
 



Cogliendo nuovi stimoli dei sensi

la chiarità dell’anima ch’è memore
del generato spirito,
riempie l’universo in divenire,
in tutto il suo caotico rigoglio,
col mio pensiero che a creare anela.



Rudolf Steiner.

domenica 12 marzo 2017

Ricetta con baccelli di fave e piselli


Parlando con persone che hanno il loro tempo e che ancora non hanno dimenticato le usanze gastronomiche passate, ho saputo di questo uso del baccello della fava. Pensiamo che quando le compriamo buttiamo via una parte commestibile che paghiamo, essa rappresenta tolto il seme che utilizziamo il 50% del baccello completo.
E' la cosiddetta buccia che invece possiamo utilizzare ed è buonissima.
Questo ci fa subito intendere quanto sprechiamo e oltretutto paghiamo, sia in termini energetici per produrre quell'ortaggio sia economici per non utilizzare una parte totalmente commestibile.


Risotto con baccelli di fava pomodorini e menta: 

si fa un soffritto con cipolla e baccelli di fave tagliate a rondelle fini, si aggiunge qualche pomodorino tipo ciliegina e si tosta il riso infine si porta a cottura con brodo vegetale. A fine cottura si aggiunge qualche foglia di menta.
Fava e pisello della famiglia delle leguminose oltre che fissare l'azoto nel terreno hanno proprietà culinarie importanti perché anche
Il baccello della fava e del pisello sono commestibili previa cottura ed è una parte consistente del raccolto che non va sprecata, esistono svariate ricette che includono il baccello inoltre il sapore non è da meno del seme che racchiude.

Tortino di piselli con le bucce al forno


Si spezzano le bucce dei piselli teneri e si levano i piselli stessi, Si rompono le estremità delle bucce che si fanno cuocere in acqua salata; nel tempo stesso si fanno cuocere a parte i piselli, anch’essi in poca acqua salata; nel tempo di cottura dei piselli dev’essere assai breve e l’acqua salata pochissima in modo che l’assorbano tutta. Quando le bucce saranno cotte si tritano colla lunetta o si passano al tritatutto; si mescolano coi piselli, quindi si fanno insaporire in un soffritto di cipolla con burro e, possibilmente, prosciutto, vi si unisce una besciamella (fatta con farina, latte e burro fresco) torli d’uovo, albumi, montati in proporzione della quantità, parmigiano grattugiato; si mette tutto in uno stampo unto di burro e si cuoce al forno.

sabato 25 febbraio 2017

Fiori commestibili e utili nell'orto sinergico

In un orto sinergico  non dovrebbero mai mancare i fiori che oltre ad attirare insetti impollinatori sono la naturale difesa ai parassiti delle piante consociate in questo caso orticole, e in alcuni casi sono anche commestibili, danno colore ai piatti e sapori unici come ad esempio le frittelle di fiori di acacia inoltre i fiori irradiano con i loro colori energie sottili.

Di seguito un elenco di quelli che non dovrebbero mancare in un orto sinergico:






1. ACHILLEA


Attira tanti impollinatori ed altri insetti benefici e sembra allontanare formiche e mosche, come bordura aiuta la maggior parte degli ortaggi, è perenne, è resistentissima alla siccità e cresce bene anche in terra argillosa, e’ più longeva quando coltivata in suolo povero, si può usare come attivatore del compost, migliora la fertilita’ del suolo, dalle foglie si può ottenere un fertilizzante liquido.
L'achillea, appartenente alle Asteracee, è una piantina infestante molto comune nei prati. Può avere fiori bianchi o più o meno rosa ed è molto facile da riconoscere. Viene utilizzata in erboristeria come calmante, cicatrizzante ed emmenagogo. Ai fini eduli può essere aggiunta alle minestre o alle insalate e viene usata in amari e digestivi. E' una buona erba da prato, un tempo veniva considerata un ottimo rimedio contro la scabbia degli ovini.

Insalata pasquale di Achillea

Ingredienti: 1 tazza di foglie di millefoglio, 1 mazzetto di rucola, 100 g di valerianella, 4 ravanelli rossi, 1 carota, ½ finocchio, 4 uova, noci, olio extravergine di oliva, sale.

Lessate in un pentolino le uova. Mondate e lavate accuratamente le foglie e le radici da insalata. Affettate il finocchio, sminuzzate a pezzi i ravanelli, spezzettate grossolanamente le foglie di rucola e valeriana, grattugiate le carote. Unite all'insalata le foglie di achillea e le noci sbriciolate. Sbucciate le uova sode e decoratele con i fiori di achillea. Avvolgete intorno all'uovo il gambo del millefoglio sino alla sommità fiorita, con uno o più steli. Posate le uova così preparate in un piatto da portata insieme all'insalata condita con un pizzico di sale e olio di oliva.

 

2. CALENDULA


Le accese corolle della calendula (Calendula officinalis) faranno apparire il vostro orto bellissimo, soprattutto se faranno compagnia al tagete e al nasturzio. La calendula scoraggia l’insediamento dei nematodi nel terreno. In più i petali della calendula sono ottimi per dare colore ad insalate e minestre.
la Calendula appartiene alle Asteracee (dette anche Composite), famiglia botanica dell’Ordine Asterales. Le Asteracee sono una famiglia di piante dicotiledoni (piante a fiore nel cui seme l’embrione è dotato di due cotiledoni, foglie embrionali), per la maggior parte erbacee. La peculiarità delle Composite è l’infiorescenza a capolino, composta, cioè, da un insieme di piccoli fiori compatti tra loro. Di questa famiglia fanno parte, oltre alla Calendula officinalis, la Matricaria recutita, da cui si ricava l’infuso di Camomilla, il Taraxacum officinalis, Tarassaco, l’Artemisia vulgaris, Artemisia, e molte altre. La Calendula, può raggiungere fino a 70 cm di altezza. Presenta la radice fittonante, il fusto ramificato e ricoperto da peluria e foglie lanceolate a margine intero o leggermente dentato. Se strofinata, la pianta, emana un gradevole profumo, non forte, ma caratteristico. I fiori sono commestibili, dal gusto amarognolo e leggermente salato.



Tagliolini al burro di rosmarino e calendula

Tagliate a dadini gr. 100 di burro e lavoratelo nel tritatutto elettrico con i petali di una calendula,
un cucchiaio di succo di limone e una presa di sale. Quando è ridotto a crema mettetelo in un foglio di alluminio,
formate un panetto e fatelo raffreddare. Portate a ebollizione abbondante acqua salata con un rametto di rosmarino
fresco, cuocetevi gr. 400 di tagliolini, scolateli e conditeli subito con il burro a fettine. Pepate generosamente con
pepe verde e rosa macinati insieme e cospargete di 3 cucchiai di fiori di rosmarino


3. CAMOMILLA




Non tutti sanno  che la camomilla può essere sfruttata anche come antiparassitario: coltivata vicino ai porri tiene lontana la tignola del porro

In cucina:
il fiore di camomilla si può usare anche in altre preparazioni, come ad esempio le insalate, nel pesce cotto in modo semplice come alla griglia o al vapore, o anche aggiungendone una manciata al brodo per dare un tocco dolciastro e delicato (e rilassante).



4. NASTURZIO (Trapaeolum majus)


Si può seminare sotto altre piante come una sorta di pacciamatura vivente in modo da mantenere il suolo bello umido, e’ commestibile, va bene anche in suolo povero. Una delicata rampicante annuale, il nasturzio si abbina perfettamente al pomodoro, ma anche ai fagioli, poiché tiene lontani gli afidi, inoltre la sua vegetazione è  tra le preferite della cavolaia (Pieris Brassicae), tanto che ne sarà la prima vittima avvertendovi precocemente dell’infestazioneLa spiccata cromaticità dei fiori del nasturzio li rende perfetti per decorare e abbellire ogni tipo di pietanza.
Usate il nasturzio come se fosse una trappola, non appena avvistate danni da morso alle sue foglie iniziate la lotta contro questo temibile nemico. Un tempestivo intervento salverà i vostri cavoli. Fiorisce da giugno ad ottobre e non ha problemi particolari né di temperatura né di irrigazione: da trapiantare nell’orto in maggio, fine aprile in mezzo alle varie orticole.

In cucina
Come per la calendula, anche il nasturzio può diventare ingrediente in cucina; ha un sapore molto simile a quello di rucola e crescione, è possibile consumarne fiori, foglie, fusti e radici, mentre i giovani frutti possono essere conservati sott’aceto. Se però volete gustare i fiori di questa pianta, potete utilizzarli come condimento per i cibi saltati in padella o come ripieno di ravioli o paste fresche: le note lievemente piccanti si abbinano perfettamente alla carne e al burro, quindi sì a primi piatti a base di sughi bianchi o rossi fortemente aromatizzati.


5. PETUNIA



Non è usuale incontrare la bella e colorata petunia in un orto ma se si hanno problemi con le patate è possibile servirsi di questo fiore per proteggere la coltivazione. La petunia infatti tiene lontano uno dei peggiori parassiti della patata, la dorifora. Piantatele ai bordi della coltura e otterrete una discreta protezione da questo parassita e in più donerete al vostro orto un tocco estetico insolito quanto notevole.

In cucina:
Apporta minerali e vitamine ed è ottima per calmare la tosse. In cucina accompagna formaggi, salse e creme, formaggi.


6. PRATOLINA

La margheritine comuni, o pratoline (Bellis perennis), sono dei fiori tanto semplici da coltivare quanto piacevoli alla vista. I piccoli capolini attirano api, sirfidi (cugini delle mosche, sono tra gli impollinatori più diffusi oltre che ottimi predatori, soprattutto di afidi, allo stadio larvale) e bellissime farfalle.

In cucina:
Le parti commestibili della pratolina sono i fiori e le foglie che possono essere consumati crudi o cotti; per quanto riguarda il sapore, esso è decisamente soggettivo: per alcuni è acre, per altri è assolutamente sgradevole mentre, per altri ancora è delicato. In cucina i petali delle pratoline possono essere usate nelle insalate, per farcire dei sandwich o impiegati nelle zuppe.


7. TAGETE




I tagetes sono delle piante erbacee appartenenti alla famiglia delle Asteraceae, che hanno origine dal Messico e che possono  essere sia di tipo annuale che perenne.
Attira api, coccinelle e tanti altri insetti utili, inoltre lcune varietà, i tagetes erecta e i tagetes petula, sono perfette per contrastare parassiti come i nematodi e permettere la crescita migliorata di alcune tipologie di verdure dell’orto. Hanno una secrezione radicale che li rende ideali vicino al pomodoro, al basilico e ai fagioli, ma non scontentano nessuna orticola.
La varietà dei colori del tagete, dal giallo all’arancio passando per il rosso carminio, lo fa essere un fiore molto bello e decorativo, simile alle margherite ma molto più ricco di petali: la sua crescita è  rapida ma non va oltre i 15 cm; se sistemati a distanze adeguate, formano dei piccoli cespugli tondeggianti, ottimi per angoli e bordure.
La loro fioritura si protrae da maggio fino a ottobre a seconda della temperatura.

In cucina:
Ottimo come digestivo, epatico e utile contro le flatulenze. È squisito nelle insalate, sulle tartine, nei sorbetti o nelle crostate.


ALTRI FIORI DELL’ORTO

Nell’orto sono indicati anche la pianta del Tanaceto (Tanacetum vulgare) contro afidi, cimici, dorifora e formiche: si pianta tra le file degli ortaggi come una gialla sentinella. Anche l’erba gatta (Nepeta cataria) è efficace contro afidi, crisomelidi e cimici, da posizionare sul bordo delle aiuole.