giovedì 2 febbraio 2017

Ricetta: pane di grano saraceno

Sperimentato questa ricetta gluten free, con grano saraceno e farina di riso buonissimo.



Io ho usato uno stampo da plumcake, misura 25×11 cm.
Ingredienti:
400 gr di farina di grano saraceno
100 gr di farina di riso
380 gr di acqua
un cucchiaino di lievito madre in polvere
tre cucchiai di olio evo
un cucchiaino di miele
un cucchiaino di sale

  1. Sciogli il lievito in un po’ di acqua tiepida
  2. Impasta la farina con il lievito sciolto e l’acqua rimasta, (è impasto morbido potete farlo anche in una ciotola con un cucchiaio).
  3. Aggiungi l’olio e per ultimo il sale.
  4. Rivesti lo stampo con carta da forno e versa l’impasto dentro, copri e metti a lievitare, circa due ore, in un posto riparato esempio dentro al forno spento.
  5. Cuoci in forno statico caldo alla massima temperatura per 10 minuti, poi abbassa il forno a 180° per 30 minuti. L’alta temperatura serve a fissare la struttura del pane ed a formare la crosta.



Inizio lavori orto sinergico

Buon lavoro a tutti, il mese di Febbraio in Valtiberina inizia con buone prospettive per le prime semine anche se con cautela. Quest' anno ho deciso di partire per tutte le piantagioni da semi biologici e biodinamici sia seminando in pieno campo che in serra fredda, questo per avere un prodotto seguito secondo i criteri della biodinamica dall'inizio alla fine e anche per avere le sementi per l'hanno seguente in quanto non essendo semi ibridi produrranno semi fertili.


Perché scegliere le varietà biologiche

Come si sa, non tutte le varietà di semi sono uguali. Esistono però delle sementi, ovvero quelle biologiche e quelle biodinamiche, che presentano numerosi vantaggi in più rispetto a quelle tradizionali. Indipendentemente che si scelga un seme per praticare il sovescio oppure che lo si utilizzi per piantare un’erba aromatica, un fiore sul balcone o un ortaggio in giardino, è importante indirizzare la scelta verso un prodotto che non sia stato realizzato con tecniche genetiche di ibridazione.
I semi ottenuti da specie ibridate sono infatti il risultato di varietà botaniche artificialmente create. Le sementi ibride - riconoscibili grazie alle sigle F1 ed F2 - permettono di ottenere raccolti più abbondanti e con precise caratteristiche fisiche ma non sono in ogni caso il risultato di ciò che la natura produce spontaneamente. Utilizzando questi semi si potranno raccogliere frutti più succosi, fiori più resistenti ai parassiti e via dicendo. Si tratta però di sementi studiate, selezionate e modificate dall’uomo. I loro prezzi sono inoltre superiori rispetto a quelli delle sementi biologiche poiché prevedono un ciclo di produzione più complesso e più lungo.
Le semenze biologiche e biodinamiche sono le sementi più sicure e controllante presenti sul mercato. Vengono prodotte mediante l’impollinazione spontanea della pianta e sono totalmente prive di OGM e di sostanze di origine chimica. I germogli e le verdure che nascono da questi semi sono perciò garantiti, salutari e naturali al 100%.
Un'altra qualità di questi semi è il fatto che nascono attraverso tecniche colturali davvero ecosostenibili. La produzione di un seme biologico viene eseguita infatti senza l’ausilio di fertilizzati e di pesticidi chimici e non rilascia perciò sostanze inquinanti nell’aria e nel suolo. Preferire delle sementi biologiche ad altri tipi di sementi significa premiare quindi chi si impegna a salvaguardare l’ambiente offrendo al tempo stesso al consumatore dei prodotti di ottima qualità.


A chi interessa ho seminato in pieno campo con telo tnt:

In giorno di foglie
lattuga primaverile
spinacio
rucola
cicoria
prezzemolo

In giorno di radici
carote



In serra fredda
In giorno di foglie

lattuga
bietola
sedano


sabato 5 novembre 2016

Orto sinergico semina piante da sovescio

La natura è provvista di ogni cosa perché tutto avvenga secondo un ciclo perfetto.

Esistono in natura piante che crescendo oltre a dare frutti importanti per l'alimentazione umana, arricchiscono il terreno invece che impoverirlo. Tali piante sono un importante elemento nell'orto sinergico e nelle coltivazioni in generale esse sono dette piante da sovescio.
Grazie al sovescio il terreno si arricchisce di sostanza organica, aumentano le riserve idriche dei terreni siccitosi, si migliora la struttura fisica del suolo, si proteggono gli strati superficiali dal dilavamento e dall’erosione e, se effettuato con leguminose, apporta una buona quantità di azoto.





  • Tra le più importanti leguminose da sovescio abbiamo: il favino, il trifoglio incarnato, la veccia che resiste anche a -12°, il pisello da foraggio, la lupinella, il lupino, la soia, il meliloto, più alcuni ortaggi come la lenticchia, il pisello, il fagiolo e la fava.
  • Tra le crucifere adatte a questo scopo sono la colza (molto resistente al freddo), il ravizzone e la senape (che ha un ciclo breve ma teme le basse temperature).
  • Le graminacee vengono impiegate solitamente associate alle leguminose, perché il connubio è vantaggioso per entrambe: le prime proteggono le seconde dal freddo e le seconde sopportano meglio la carenza di acqua. Tra gli abbinamenti più frequenti troviamo quello tra avena e pisello da foraggio o quello tra avena e veccia.


  •  In Autunno possiamo seminare alcune leguminose importanti anche per l'alimentazione e molto resistenti al freddo che daranno i loro frutti in primavera, come ad esempio il pisello e la fava seminato in luna discendente in costellazione di frutti.



    In foto, frutti raccolti questa primavera e seminati nell'autunno 2015.








    domenica 30 ottobre 2016

    Orto sinergico pacciamatura invernale

    Dopo avere impiantato l'aglio e la cipollina primaverile con Sole e Luna nella costellazione astronomica della Vergine, parte dell'orto sinergico volge ora la sua attività nell'interiore, le energie formatrici entrano in quello spirito della terra che agisce nel sottosuolo, mentre all'esterno tutto andrà in un graduale sopimento.
    Ma la natura provvede ad ogni cosa e con la caduta delle foglie abbiamo a disposizione una pacciamatura invernale che manterrà il giusto microclima, proteggerà dalle gelate e diventerà un compost naturale, come in un bosco dove tutto funziona perfettamente anche nell'orto sinergico cerchiamo l'equilibrio necessario.



    sabato 29 ottobre 2016

    Autunno a Vilalba bassa Pieve Santo Stefano

    Appartengo all’Autunno. E in Autunno mi parlano tutte le cose che ho perso.

    (NinaEin, Twitter)



    Filo-post 29 settembre un tornante verso l’interiorità e la riflessione.

    "Oggi l’uomo crede di partecipare alla vita della natura solo quando sperimenta il germogliare, il fiorire, il crescere, il fruttificare, ma noi per fare bene ciò, dobbiamo saper partecipare anche al decadere, all’appassire, al paralizzarsi e al morire di ogni vita quando l’estate declina e sopravviene l’autunno, con il volgersi della coscienza verso sé."   Rudolf Steiner

     st_michael_raphael

     

    Nei tempi antichissimi dell’evoluzione dell’umanità ogni passo del processo della riproduzione umana era collegato strettamente al corso dell’anno. Con la festività di S.Michele (29 settembre) si supera il giro di boa dell’equinozio d’autunno (dal latino aequus, uguale, e nox, notte). Passiamo da Uriele a Michele: finisce la fase di crescita esteriore nella natura, e nostra verso ciò che è “altro da sé”, ed inizia la rigenerazione invisibile.
    "Adesso a settembre è Michele alla massima altezza, alla sua culminazione cosmica.  L’emiciclo annuale che si avvia con Michele in autunno (e si conclude con Gabriele in inverno) è quello “dalla morte alla vita“, ritorniamo dentro, ripieghiamo su noi stessi e nella nostra interiorità, per consentirci poi di rinascere “a nuova vita”; quando – superato l’inverno – verrà inaugurato l’altro emiciclo, polare a questo, quello di Raffaele: “dalla vita alla morte”, il tempo in cui saremo nuovamente tutti proiettati fuori di noi, all’esterno. In questi sei mesi dell’autunno/inverno (Michele e Gabriele) la “materia è contessuta di spirito“, mentre nei sei mesi precedenti della primavera/estate (Raffaele e Uriele) era lo “spirito contessuto di materia”.

     

     

     


    Filo-post di settembre l' Arcangelo Gabriele

    MICHAEL !
    PRESTAMI LA TUA SPADA, AFFINCHE’ IO SIA ARMATO PER VINCERE IL DRAGO IN ME.
    EMPIMI DELLA TUA FORZA, AFFINCHE’ IO SGOMINI GLI SPIRITI CHE VOGLIONO PARALIZZARMI.
    AGISCI DUNQUE IN ME, AFFINCHE’ RISPLENDA LA LUCE DEL MIO IO E POSSA ESSERE CONDOTTO A COMPIERE LE AZIONI DEGNE DI TE.
    MICHAEL !


    Rudolf Steiner






    Orto sinergico, autunno il respiro della terra

    "Nell’aria dell’autunno, quando le piogge spazzano via la sensualità dell’estate, si compie un processo alchemico: Ferro scaccia Zolfo. La corrente di ferro, fredda e metallica, che piove dal cielo smorza la corrente sulfurea che era fuoriuscita dalle viscere della terra nei mesi caldi d’estate. Respirando la fresca aria dell’autunno l’uomo prende parte a questo processo.Quando la natura si spegne bisogna volgersi alla coscienza di sé." R. Steiner






    domenica 16 ottobre 2016

    Orto sinergico un ortaggio incredibile


    LE CIME DI RAPA


    CARATTERISTICHEper cime di rapa si intendono le foglie e i fiori di una pianta che appartiene alla famiglia delle Brassicaceae e il cui nome scientifico è Brassica rapa sylvestris. È formata da una rosetta di foglie verde scuro allungate e  dentate tra le quali, a seconda del tipo di cultivar e del periodo, spunta uno scapo ramificato con numerose  infiorescenze. In Italia le cime di rapa vengono coltivate soprattutto in Puglia, Lazio e Campania.
    STAGIONE:le cime di rape sono verdure tipicamente autunnali e invernali. Esistono due tipi di varietà, precoce e tardiva,  per cui si possono raccogliere da Ottobre ad Aprile.
    CURIOSITA’: sembra che le cime di rapa  siano giunte in Italia  solo nel XVII secolo col nome di “Cavolo di Siria” o “Cavolo di Cipro”. Furono coltivate soprattutto  nel Regno di Napoli per poi diffondersi in quasi tutta le zone calde della  penisola. I nostri emigranti portarono con sé questa preziosa verdura e anche oggi viene coltivata in alcune zone degli Stati Uniti e Australia.

    PROPRIETA’ NUTRIZIONALI: le cime di rape sono verdure povere di calorie e con un discreto apporto proteico.  (88,1 La loro peculiarità è la ricchezza in vitamina Cmg/100g), folati (57 µg/100g ), vitamina A (155 IU/100 g) e sali minerali. Le cime di rapa, inoltre, svolgono una importante  azione antitumorale per la presenza di composti solforati, tra cui gli isotiocianati ed il sulforafano, quest’ultimo responsabile del sapore amarognolo.
    CONSERVAZIONE: è consigliabile consumare le cime di rapa appena raccolte, quando sono di un bel colore verde e non presentano fiorellini gialli. È possibile,comunque, conservarle in frigo per qualche giorno, senza lavarle prima, in un sacchetto forato.
    IN CUCINA: le cime di rapa hanno un sapore deciso e piuttosto amarognolo. Vanno lessati in poca acqua leggermente salata e raffreddate con un getto d’acqua fredda. Sono ottime stufate o  condite con olio, aceto e limone. Famosissima è la ricetta pugliese delle orecchiette con le cime di rapa. In Campania, dove vengono chiamate “ friarielli”, le cime di rapa vengono serviti con la salsiccia. Con le cime di rapa si possono, comunque, preparare svariate ricette, tradizionali e non, come zuppe, creme, sformati, pizze e focacce.


    domenica 9 ottobre 2016

    Gli alberi, influenza planetaria

    Secondo conoscenze Esoteriche antiche, le piante sono caratterizzate principalmente da pianeti che ne determinano la sostanza. Per chi ne volesse seminare o trapiantare ecco alcune indicazioni.


    LUNA - fico, ciliegia, amarena
    MERCURIO - nocciolo
    VENERE - pesco, albicocco, susino
    SOLE - agrumi , kaki
    MARTE pero, quercia , sambuco e arbusti
    GIOVE melo
    SATURNO mandorlo, olive, conifere