domenica 26 marzo 2017

L'agricoltura moderna crea malati per la farmaceutica


Non è un caso che l'aumento della celiachia nella popolazione sia supportato dalla commercializzazione di nuovi prodotti agricoli poiché gli stessi istituti che hanno creato il danno botanico al cereale del grano adesso hanno inventato la soluzione. C'è un enorme business che lega sperimentazione agricola e farmaceutica un po' come fare centrali nucleari e poi vendere farmaci per i tumori ed ecco che la ricerca non va in favore della qualità  del prodotto poichè è finanziata da chi vuole vendere prodotti e quindi offre il problema e la soluzione così il business è assicurato.

Il mondo incantato della agricoltura intensiva  è colluso con il sistema farmaceutico in maniera univoca non meno che in altri settori ed è per questo che farà di tutto per togliere la libertà di auto coltivarsi ogni cosa e comunque è già presente in quanto le sementi sono tutte ibride e brevettate.


Tutto questo nasce e si sviluppa tra la collaborazione di enti statali e università che beneficiano di sovvenzioni e onoreficenze al servizio delle lobby agricole e farmaceutiche.


MUTAZIONI GENETICHE DELETERIE sui CIBI 


La varietà Creso, ottenuta nel Centro di studi nucleari del CNEN della Casaccia (Roma) nel 1974 è stata una di quelle maggiormente utilizzate negli ultimi trent'anni nelle coltivazioni italiane. Il grano duro Creso è un incrocio tra la varietà messicana Cymmit e l'italiana Cp B144, mutante della Cappelli (Grano duro) ottenuta sottoponendo il grano Cappelli a bombardamento con raggi X o gamma.
In Italia non è permessa la coltivazione all'aperto di varietà Ogm, pero' e' stata permessa la commercializzazione di quel tipo di grano a mutazi
one genetica....
Oggi coltiviamo in tutta Italia il popolare grano duro detto "Creso", chiamato cosi' proprio per una mutazione ottenuta nel 1974 irraggiando la varietà del tipo di frumento chiamato “Cappelli” (dal nome del creatore di questa varietà) con raggi gamma irrorando i campi con acque provenienti di reattori nucleari.
Oggi Tutti mangiamo pane, pasta, dolci ecc., fatti con il grano Creso.

Il Grano Creso contiene una piu' elevata quantita' di Glutine rispetto al grano Capelli del quale e' una mutazione genetica.

AZIENDE NUCLEARI Italiane:
(1)- Il CNEN (Comitato Nazionale Energia Nucleare) e nasce nel 1960 sostituendo il CNRN (Comitato Nazionale per le Ricerche Nucleari) su iniziativa del Governo italiano sulla scia del grande entusiasmo seguito alla prima Conferenza sull’uso pacifico dell’energia nucleare, organizzata a Ginevra nel 1955 dall’ONU.
Lavora a stretto contatto con l'industria per la progettazione e la realizzazione di impianti nucleari e impianti per il ciclo del combustibile.
Nel 1982 il crescente movimento ambientalista, che si va diffondendo nel Paese, impone una nuova cultura energetica: il CNEN si trasforma in ENEA (Comitato nazionale per la ricerca e lo sviluppo dell’Energia Nucleare e delle Energie Alternative) e si occupa, da quel momento, non più soltanto di energia nucleare ma anche di fonti rinnovabili, uso razionale dell’energia e impatto ambientale.


GRANO duro CAPPELLI e CRESO
Esattamente 30 anni fa, Gian Tommaso Scarascia Mugnozza, (attuale presidente dell’Accademia delle Scienze) con un gruppo di ricercatori del CNEN (comitato Nazionale per l’Energia Nucleare) indusse una mutazione genetica nel grano duro denominato “Cappelli” un tipo di frumento che cresceva SOLO in Puglia esponendolo ai raggi Gamma di un reattore nucleare per ottenere una mutazione genetica e quindi incrociandolo con una varieta’ americana. Quindi questa varietà di grano irradiato e mutato è stata sviluppata nel 1974 da quel gruppo di ricercatori del centro CNEN - Enea (1) di Roma.
Dopo la mutazione quella pianta di grano e’ divenuta “nana” e mostra differenze anche in altri caratteri come la produttività e la precocità nella crescita.
Questo nuovo tipo di grano mutato geneticamente (non OGM) ma irradiato, fu denominato “Creso” e con esso oggi si prepara OGNI tipo di: pane, pasta, dolci, pizze, certi salumi, capsule per farmaci, ecc., esso è una varietà di grano duro, la cui farina e’ quella usata per fare anche la pasta in tutta Italia ed all’estero.

https://it.wikipedia.org/wiki/Gian_Tommaso_Scarascia_Mugnozza vedere per approfondire.



Ed ecco la soluzione: articolo tratto dalla rivista Gambero Rosso con un titolo da marketing alimentare:

La nuova frontiera del gluten free. I ricercatori di Piacenza sviluppano la pasta senza glutine che non fa ingrassare. Con la farina di fagioli

La percentuale di farina di fagiolo comune contenuta nelle paste alimentari sviluppate dell'Istituto di Scienze degli Alimenti e della Nutrizione dell'Università Cattolica di Piacenza assicura un basso Indice Glicemico e un più lento assorbimento degli amidi, garantendo gusto e profumo eccellenti e ottima resistenza alla cottura. E l'industria specializzata è già interessata a lanciare il nuovo prodotto sul mercato di settore. 


Che dire infine, facciamo un danno biologico e poi troviamo una soluzione che non è una soluzione. E poi il grano che seminiamo in buona fede e crediamo biologico lo è davvero o è una di queste sperimentazioni così come tutti i semi che utilizziamo, attenzione a quello che usiamo, la follia umana non è nelle persone semplici, oggi è rappresentata da quelle persone che in buona fede ricercano, ma cosa e da chi è sovvenzionata?.


venerdì 24 marzo 2017

Hugelkultur e agricolura sinergica

Hugelkultur è un termine di origine tedesca che può essere tradotto con "collina coltivata".
Questa tecnica di coltivazione è stata utilizzata per secoli in Germania e nei paesi dell'Europa dell'Est, consiste sostanzialmente nell'utilizzare scarti legnosi per costruire un'aiuola rialzata.
Gli ideatori dell'Hugelkultur si sono ispirati a ciò che accade in un bosco: a tutti sarà capitato almeno una volta di osservare come il legno in decomposizione trattenga umidità e di come il legno marcio sbriciolandosi crei un terriccio soffice e di colore scuro, ricco di nutrienti.



Sezione didattica delle aiuole rialzate:









Qui' di seguito il lavoro che ho svolto nel mio terreno che inizialmente era pieno di sassi e impoverito da culture intensive ed ecco come è oggi, (fine autunno 2016) le indicazioni di come procedere le trovate nel blog.




venerdì 17 marzo 2017

Filo-Post il seme e la pianta forze formatrici all'opera





Il seme e la pianta, forze formatrici all'opera

Meditazione del seme di R. Steiner
 
esercizio apparentemente semplice, ma ricco di conseguenze. Si osservi con
attenzione una pianta, meglio ancora se un albero con frutti. Ci si ponga dinanzi il seme che corrisponde a quella pianta. Si consideri con attenzione la forma, il colore e tutte le altre proprietà del seme e poi con l’immaginazione – senza distogliere lo sguardo – si segua la sua naturale evoluzione: il granello una volta sepolto comincerà ad attirare magneticamente le qualità della terra, caccerà radici, comincerà a crescere verso l’alto, vincendo la forza di gravità slanciandosi verso l’aria e la luce. Si segua il crescere del tronco, il diffondersi dei rami a raggiera e poi lo spuntare delle foglie sui rami, dei fiori e dei frutti al calore del Sole. Nel seme già riposa nascosta tutta la forza dell’albero, in quel seme è iscritta la forma dell’albero in ogni suo minimo aspetto. Ciò che è invisibile nel seme diventerà visibile, alla luce del Sole: “L’invisibile diventerà visibile”. Ripetendo con calma questa meditazione a occhi aperti sorgerà gradualmente una forza. Lo stesso seme ci apparirà avvolto in una piccola nube luminosa, quasi una fiammella. Dal centro della fiamma si riceverà una impressione colorata simile a quella del lilla, gli orli della fiamma tenderanno invece ad apparire azzurrognoli. Ma non sono queste apparizioni l’essenza della meditazione: ci si deve immergere nel pensiero che nell’universo da germi nascosti, lentamente nascono frutti, e che quello che oggi è occulto domani potrà diventare evidente: l’invisibile diventerà visibile.
 
Buona semina a tutti.
 



Cogliendo nuovi stimoli dei sensi

la chiarità dell’anima ch’è memore
del generato spirito,
riempie l’universo in divenire,
in tutto il suo caotico rigoglio,
col mio pensiero che a creare anela.



Rudolf Steiner.

domenica 12 marzo 2017

Ricetta con baccelli di fave e piselli


Parlando con persone che hanno il loro tempo e che ancora non hanno dimenticato le usanze gastronomiche passate, ho saputo di questo uso del baccello della fava. Pensiamo che quando le compriamo buttiamo via una parte commestibile che paghiamo, essa rappresenta tolto il seme che utilizziamo il 50% del baccello completo.
E' la cosiddetta buccia che invece possiamo utilizzare ed è buonissima.
Questo ci fa subito intendere quanto sprechiamo e oltretutto paghiamo, sia in termini energetici per produrre quell'ortaggio sia economici per non utilizzare una parte totalmente commestibile.


Risotto con baccelli di fava pomodorini e menta: 

si fa un soffritto con cipolla e baccelli di fave tagliate a rondelle fini, si aggiunge qualche pomodorino tipo ciliegina e si tosta il riso infine si porta a cottura con brodo vegetale. A fine cottura si aggiunge qualche foglia di menta.
Fava e pisello della famiglia delle leguminose oltre che fissare l'azoto nel terreno hanno proprietà culinarie importanti perché anche
Il baccello della fava e del pisello sono commestibili previa cottura ed è una parte consistente del raccolto che non va sprecata, esistono svariate ricette che includono il baccello inoltre il sapore non è da meno del seme che racchiude.

Tortino di piselli con le bucce al forno


Si spezzano le bucce dei piselli teneri e si levano i piselli stessi, Si rompono le estremità delle bucce che si fanno cuocere in acqua salata; nel tempo stesso si fanno cuocere a parte i piselli, anch’essi in poca acqua salata; nel tempo di cottura dei piselli dev’essere assai breve e l’acqua salata pochissima in modo che l’assorbano tutta. Quando le bucce saranno cotte si tritano colla lunetta o si passano al tritatutto; si mescolano coi piselli, quindi si fanno insaporire in un soffritto di cipolla con burro e, possibilmente, prosciutto, vi si unisce una besciamella (fatta con farina, latte e burro fresco) torli d’uovo, albumi, montati in proporzione della quantità, parmigiano grattugiato; si mette tutto in uno stampo unto di burro e si cuoce al forno.

sabato 25 febbraio 2017

Fiori commestibili e utili nell'orto sinergico

In un orto sinergico  non dovrebbero mai mancare i fiori che oltre ad attirare insetti impollinatori sono la naturale difesa ai parassiti delle piante consociate in questo caso orticole, e in alcuni casi sono anche commestibili, danno colore ai piatti e sapori unici come ad esempio le frittelle di fiori di acacia inoltre i fiori irradiano con i loro colori energie sottili.

Di seguito un elenco di quelli che non dovrebbero mancare in un orto sinergico:






1. ACHILLEA


Attira tanti impollinatori ed altri insetti benefici e sembra allontanare formiche e mosche, come bordura aiuta la maggior parte degli ortaggi, è perenne, è resistentissima alla siccità e cresce bene anche in terra argillosa, e’ più longeva quando coltivata in suolo povero, si può usare come attivatore del compost, migliora la fertilita’ del suolo, dalle foglie si può ottenere un fertilizzante liquido.
L'achillea, appartenente alle Asteracee, è una piantina infestante molto comune nei prati. Può avere fiori bianchi o più o meno rosa ed è molto facile da riconoscere. Viene utilizzata in erboristeria come calmante, cicatrizzante ed emmenagogo. Ai fini eduli può essere aggiunta alle minestre o alle insalate e viene usata in amari e digestivi. E' una buona erba da prato, un tempo veniva considerata un ottimo rimedio contro la scabbia degli ovini.

Insalata pasquale di Achillea

Ingredienti: 1 tazza di foglie di millefoglio, 1 mazzetto di rucola, 100 g di valerianella, 4 ravanelli rossi, 1 carota, ½ finocchio, 4 uova, noci, olio extravergine di oliva, sale.

Lessate in un pentolino le uova. Mondate e lavate accuratamente le foglie e le radici da insalata. Affettate il finocchio, sminuzzate a pezzi i ravanelli, spezzettate grossolanamente le foglie di rucola e valeriana, grattugiate le carote. Unite all'insalata le foglie di achillea e le noci sbriciolate. Sbucciate le uova sode e decoratele con i fiori di achillea. Avvolgete intorno all'uovo il gambo del millefoglio sino alla sommità fiorita, con uno o più steli. Posate le uova così preparate in un piatto da portata insieme all'insalata condita con un pizzico di sale e olio di oliva.

 

2. CALENDULA


Le accese corolle della calendula (Calendula officinalis) faranno apparire il vostro orto bellissimo, soprattutto se faranno compagnia al tagete e al nasturzio. La calendula scoraggia l’insediamento dei nematodi nel terreno. In più i petali della calendula sono ottimi per dare colore ad insalate e minestre.
la Calendula appartiene alle Asteracee (dette anche Composite), famiglia botanica dell’Ordine Asterales. Le Asteracee sono una famiglia di piante dicotiledoni (piante a fiore nel cui seme l’embrione è dotato di due cotiledoni, foglie embrionali), per la maggior parte erbacee. La peculiarità delle Composite è l’infiorescenza a capolino, composta, cioè, da un insieme di piccoli fiori compatti tra loro. Di questa famiglia fanno parte, oltre alla Calendula officinalis, la Matricaria recutita, da cui si ricava l’infuso di Camomilla, il Taraxacum officinalis, Tarassaco, l’Artemisia vulgaris, Artemisia, e molte altre. La Calendula, può raggiungere fino a 70 cm di altezza. Presenta la radice fittonante, il fusto ramificato e ricoperto da peluria e foglie lanceolate a margine intero o leggermente dentato. Se strofinata, la pianta, emana un gradevole profumo, non forte, ma caratteristico. I fiori sono commestibili, dal gusto amarognolo e leggermente salato.



Tagliolini al burro di rosmarino e calendula

Tagliate a dadini gr. 100 di burro e lavoratelo nel tritatutto elettrico con i petali di una calendula,
un cucchiaio di succo di limone e una presa di sale. Quando è ridotto a crema mettetelo in un foglio di alluminio,
formate un panetto e fatelo raffreddare. Portate a ebollizione abbondante acqua salata con un rametto di rosmarino
fresco, cuocetevi gr. 400 di tagliolini, scolateli e conditeli subito con il burro a fettine. Pepate generosamente con
pepe verde e rosa macinati insieme e cospargete di 3 cucchiai di fiori di rosmarino


3. CAMOMILLA




Non tutti sanno  che la camomilla può essere sfruttata anche come antiparassitario: coltivata vicino ai porri tiene lontana la tignola del porro

In cucina:
il fiore di camomilla si può usare anche in altre preparazioni, come ad esempio le insalate, nel pesce cotto in modo semplice come alla griglia o al vapore, o anche aggiungendone una manciata al brodo per dare un tocco dolciastro e delicato (e rilassante).



4. NASTURZIO (Trapaeolum majus)


Si può seminare sotto altre piante come una sorta di pacciamatura vivente in modo da mantenere il suolo bello umido, e’ commestibile, va bene anche in suolo povero. Una delicata rampicante annuale, il nasturzio si abbina perfettamente al pomodoro, ma anche ai fagioli, poiché tiene lontani gli afidi, inoltre la sua vegetazione è  tra le preferite della cavolaia (Pieris Brassicae), tanto che ne sarà la prima vittima avvertendovi precocemente dell’infestazioneLa spiccata cromaticità dei fiori del nasturzio li rende perfetti per decorare e abbellire ogni tipo di pietanza.
Usate il nasturzio come se fosse una trappola, non appena avvistate danni da morso alle sue foglie iniziate la lotta contro questo temibile nemico. Un tempestivo intervento salverà i vostri cavoli. Fiorisce da giugno ad ottobre e non ha problemi particolari né di temperatura né di irrigazione: da trapiantare nell’orto in maggio, fine aprile in mezzo alle varie orticole.

In cucina
Come per la calendula, anche il nasturzio può diventare ingrediente in cucina; ha un sapore molto simile a quello di rucola e crescione, è possibile consumarne fiori, foglie, fusti e radici, mentre i giovani frutti possono essere conservati sott’aceto. Se però volete gustare i fiori di questa pianta, potete utilizzarli come condimento per i cibi saltati in padella o come ripieno di ravioli o paste fresche: le note lievemente piccanti si abbinano perfettamente alla carne e al burro, quindi sì a primi piatti a base di sughi bianchi o rossi fortemente aromatizzati.


5. PETUNIA



Non è usuale incontrare la bella e colorata petunia in un orto ma se si hanno problemi con le patate è possibile servirsi di questo fiore per proteggere la coltivazione. La petunia infatti tiene lontano uno dei peggiori parassiti della patata, la dorifora. Piantatele ai bordi della coltura e otterrete una discreta protezione da questo parassita e in più donerete al vostro orto un tocco estetico insolito quanto notevole.

In cucina:
Apporta minerali e vitamine ed è ottima per calmare la tosse. In cucina accompagna formaggi, salse e creme, formaggi.


6. PRATOLINA

La margheritine comuni, o pratoline (Bellis perennis), sono dei fiori tanto semplici da coltivare quanto piacevoli alla vista. I piccoli capolini attirano api, sirfidi (cugini delle mosche, sono tra gli impollinatori più diffusi oltre che ottimi predatori, soprattutto di afidi, allo stadio larvale) e bellissime farfalle.

In cucina:
Le parti commestibili della pratolina sono i fiori e le foglie che possono essere consumati crudi o cotti; per quanto riguarda il sapore, esso è decisamente soggettivo: per alcuni è acre, per altri è assolutamente sgradevole mentre, per altri ancora è delicato. In cucina i petali delle pratoline possono essere usate nelle insalate, per farcire dei sandwich o impiegati nelle zuppe.


7. TAGETE




I tagetes sono delle piante erbacee appartenenti alla famiglia delle Asteraceae, che hanno origine dal Messico e che possono  essere sia di tipo annuale che perenne.
Attira api, coccinelle e tanti altri insetti utili, inoltre lcune varietà, i tagetes erecta e i tagetes petula, sono perfette per contrastare parassiti come i nematodi e permettere la crescita migliorata di alcune tipologie di verdure dell’orto. Hanno una secrezione radicale che li rende ideali vicino al pomodoro, al basilico e ai fagioli, ma non scontentano nessuna orticola.
La varietà dei colori del tagete, dal giallo all’arancio passando per il rosso carminio, lo fa essere un fiore molto bello e decorativo, simile alle margherite ma molto più ricco di petali: la sua crescita è  rapida ma non va oltre i 15 cm; se sistemati a distanze adeguate, formano dei piccoli cespugli tondeggianti, ottimi per angoli e bordure.
La loro fioritura si protrae da maggio fino a ottobre a seconda della temperatura.

In cucina:
Ottimo come digestivo, epatico e utile contro le flatulenze. È squisito nelle insalate, sulle tartine, nei sorbetti o nelle crostate.


ALTRI FIORI DELL’ORTO

Nell’orto sono indicati anche la pianta del Tanaceto (Tanacetum vulgare) contro afidi, cimici, dorifora e formiche: si pianta tra le file degli ortaggi come una gialla sentinella. Anche l’erba gatta (Nepeta cataria) è efficace contro afidi, crisomelidi e cimici, da posizionare sul bordo delle aiuole.

venerdì 24 febbraio 2017

Il Corso dell'Anno come Respiro della Terra e le Quattro Grandi Festività

Consiglio a tutti queste conferenze di R.Steiner

Il Corso dell'Anno come Respiro della Terra e le Quattro Grandi Festività

 La scansione del ritmo annuale in quattro grandi immaginazioni cosmiche (Pasqua, San Giovanni, San Michele e Natale) e il suo rapporto con l'anima umana.

Risultati immagini per Il Corso dell'Anno come Respiro della Terra e le Quattro Grandi Festività Chiuunque si occupa di agricoltura sa bene che esiste un ritmo a cui dobbiamo accordarci se vogliamo ottenere qualche risultato, ebbene questo ritmo è quello della terra, che come dice Steiner nel periodo dell’autunno-inverno le forze sottili della Natura si ritirano verso le radici, dove si concentrano e riposano per poter dare poi in primavera nuova spinta ed espressione. Steiner parla anche di questi movimenti della Natura come di un respiro, un po' come se in autunno e inverno la Terra inspirasse, e poi quando è il momento emettesse un espiro, pieno di forza e di prana. Ora siamo nel momento dell’inspirazione, nel momento nel quale le forze naturali si concentrano sottoterra, laddove a noi sembrano scomparire. In realtà, molto accade là sotto, e possiamo pensare mentre passeggiamo e poggiamo i piedi a terra, che stiamo camminando sopra un laboratorio che in questo momento si addensa e concentra per dare poi, quando sarà il momento la sua immagine esteriore.

E' il momento delle Fave seminate a novembre, ma anche dei Piselli e dell'Aglio. Ma anche le crucifere come la Verza o il Cavolo Nero che trasmettono una sorte di risveglio dopo un lungo sonno apparente, come una specie di letargo.

E' nota d'altronde la leggenda secondo cui le Fave sarebbero un ponte fra il mondo dei morti e quello dei vivi motivo per cui sarebbero state vietate assolutamente da Pitagora.
E' vero, queste piante in fondo collegano la natura apparentemente morta con la rinascita ovvero la primavera dei vivi.

E' per questo motivo che amo quelle coltivazioni che trasmettono questa fase di inpirazione per poi manifestarsi ai primi tepori al risveglio o meglio alla manifestazione della Primavera. Amo seminare queste specie perchè vedo poi rappresentato un atto di contrazione ed espansione e si rispecchia esattamente in queste specie. Ora sul finire dell'inverno queste piante che hanno tratto le energie direttamente da sottosuolo dove di erano ritratte volgono al risveglio alla loro manifestazione piu' evidente.

Piselli, fave e aglio che ora manifestano il lato esteriore:


 

 

 

 

Ricetta Patafisica

Patafisica

La ‘scienza delle soluzioni immaginarie’ che si propone di studiare ‘ciò che si aggiunge alla metafisica, estendendosi così lontano al di là di questa quanto questa al di là della fisica’: è termine coniato dallo scrittore francese A. Jarry (1873-1907).


La patafisica è una corrente artistica nata dallo scrittore e drammaturgo francese Alfred Jarry e definita come «la scienza delle soluzioni immaginarie.. nel libro: Gesta e opinioni del dottor Faustroll, patafisico scritto nel 1898. In questo romanzo Alfred Jarry espone i principi e i fini della patafisica definendola come la scienza che si prefigge di studiare il particolare e le eccezioni e spiegare l'universo supplementare al nostro.
Al giorno d'oggi, riaffermando gli assiomi rivelati dal suo inventore, la patafisica continua a soffermarsi, attraverso l'arte e la letteratura, sulle eccezioni che affiancano le teorie e i metodi propri alla scienza, usando espressioni che fondono in un tutt'uno il nonsenso, l'ironia e l'assurdo.

 A quarant’anni dalla morte di Alfred Jarry, nel 1948, viene fondato a Parigi il Collège de ‘Pataphysique, una “società di ricerche sagge e inutili” agitata culturalmente da illustri personalità: Duchamp, Vian, Ernst, Miró, Dubuffet, Prevert, il cui obiettivo è di “promuovere la ‘Patafisica in questo mondo e in tutti gli altri”.
L’attività del Collège, diffusa anche tramite svariate pubblicazioni, conosce però un periodo in cui le manifestazioni in apparenza cessano: nel 1974 viene infatti occultata fino al 2000 per volere di Sua Magnificenza Opach (le cariche abbondano in ambito collegiale).
In piena epoca di Occultazione, però, in Italia si susseguono eventi e manifestazioni intente a divulgare la Patafisica: per esempio Enrico Baj fonda, nel 1963, insieme a Fontana, Dagnino, Queneau, Schwarz, Man Ray e altri, L’Istitutum Pataphysicum Mediolanense, con il Rettorato dell’aeropittore futurista Farfa.


 la ricetta è tratta dal libro della mia carinissima  Laura Bonelli

Editore: Graphofeel Edizioni

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Ricettario Patafisico

Soluzioni immaginarie
    per nutrire corpo e mente  


ricetta:

Cavolo al ginepro e gin

1 cavolo
50 gr, di burro vaccino o vegetale
2 scalogni
10 bacche di ginepro
90 ml di Gin
sale 
pepe 

Taglio il cavolo in 6 spicchi mantenendo il torsolo e lo cuocio a vapore per 10 minuti, mettendo 5 bacche di ginepro nell'acqua per aromatizzarla.
Trito gli scalogni e li faccio saltare nel burro con le restanti bacche di ginepro, il gin, il sale e il pepe. In questa salsa aggiungo il cavolo e lo faccio cuocere per 10 minuti. 




domenica 19 febbraio 2017

Bancali sinergici cosa ci insegna la terra

Occuparsi della terra è un ciclo che non finisce mai,  per 12 mesi all'anno il terreno che coltivi vive in simbiosi con te e  adesso a febbraio le energie sottili si fanno sempre più forti dopo l'assopimento dell'inverno dove il respiro della terra era volto all'interno, adesso sempre più, tutto si esterna e tu sei lì per respirare con lei e  prenderne il ritmo che via via si fa sempre più incalzante.

C'è bisogno di una nuova cultura anche nella coltivazione, sappiamo ormai che le coltivazioni intensive provocano solo danni all'ambiente che ci costeranno care, sia in ambito economico che morale c'è bisogno di una nuova coscienza agricola del ventunesimo secolo.





La Luce del cosmo e la Forma sulla terra


Il silicio (quarzo SiO2), nella sua forma più bella di cristallo di rocca, è il componente principale della nostra crosta terrestre (47%) il silicio ha un valore per la nostra salute, sia per l’anima sia per lo spirito, il quarzo macinato molto finemente , ha una grande superficie attiva nei confronti della luce, questa energia di luce stimola e ordina il metabolismo vegetale.
Che cosa fa la sostanza della silice? La luce è un’entità cosmica: tocca la pianta, il mondo, aprendo tutto ciò che tocca a uno spazio. La luce tocca la pianta, senza però quasi investirla, perché rimane entità cosmica. La luce è una sostanza che non possiamo dire che provenga dalla terra. Il cristallo è penetrato dalla luce, ma la luce non viene dal cristallo.La luce come entità cosmica rimane sempre come qualcosa che non appartiene alla terra, vuole rimanere sostanza cosmica, mentre tutto nella pianta si alza con il sole.


Risultati immagini per cristallo quarzo grezzo

Il preparato corno-silice (501)
viene preparato partendo da quarzo in forma cristallina e corna di vacca
















dinamizzato per un'ora in acqua e spruzzato sulla pianta, questo preparato trasmette l'azione della luce, ossia interagisce con la parte eterica della pianta facendo da veicolo.


 Una pianta interessante è l'Equiseto arvense dove il silicio si manifesta direttamente ed è proprio il silicio grazie alle sue forze di luce che nell'infuso di Equiseto frena l'eccesso di crescita di funghi nelle colture.

Risultati immagini per equisetum arvense


Altro minerale interessante è la Tormalina che fa sempre parte dei ciclosilicati ed è in grado di polarizzare la luce regolandone il campo elettromagnetico



 Risultati immagini per tormalina nera grezza








domenica 12 febbraio 2017

Tabella tipologie biodinamiche delle piante

Chi conosce l'agricoltura Biodinamica, ma maggiormente le opere di R.Steiner  come la Teosofia ad esempio, sa che esiste un rapporto fra le costellazioni e i pianeti del sistema solare astronomico e i corpi eterici sulla terra ma io non mi addentrerò in queste disquisizioni filosofiche, mi piace per far capire l'immagine, che non solo il sole è partecipe della vita sulla terra ma la sinfonia di tutti i pianeti e le costellazioni lo sono. Allora il bagno di sole del giorno si alterna alla luce notturna dove la pianta viene accresciuta di importanti flussi vitali.
Avviene così che piante di tipologia foglie siano maggiormente sollecitate quando la luna fa da ponte a costellazioni di acqua e così via per le altre tipologie, inoltre particolari aspetti astronomici determinano altre situazioni più o meno favorevoli.
E' ovvio che questo sapere ci puo' aiutare nello scegliere il periodo piu' favorevole per le operazioni di semina, ma anche di trapianto e vi assicuro le piante ricevono impulsi che si riconoscono.

Rimando comunque alla grande Maria Thun e al suo trattato Indicazioni per lo studio delle costellazioni

allego le tabelle per l'individuazione delle tipologie